“Vogliamo rimanere indipendenti per almeno due secoli e stiamo lavorando per rendere questo obiettivo perseguibile”.
È quanto ha affermato in un’intervista a Il Sole 24 Ore Pietro Giuliani, presidente di Azimut, il quale ha aggiunto: “Il nostro progetto non prevede la cessione di Azimut e neppure la creazione di una di quelle finte joint venture che di fatto sono vendite mascherate”.
In merito alla recente salita di BlackRock al 6,45% del capitale, Giuliani ha definito l’operazione “tattica e non strategica”, facendo presente che il colosso americano “è azionista da sempre, ora è sovrappesato ma in passato la loro partecipazione è anche arrivata al 10%”, e ricordando che con un dividend yield di circa il 10% la società attira gli investitori, come registrato dall’ottima performance da inizio anno (+60,7%).
Azimut, di cui Timone Fiduciaria è l’azionista di maggioranza relativa con il 23,50% del capitale ordinario, sulla carta è contendibile ma, se si dovesse concretizzare un’offerta non concordata “i manager e i gestori che hanno creato e sviluppato la società sono pronti a uscire lasciando i nuovi soci con in mano una scatola vuota”, ha più volte ribadito Giuliani.
Il gruppo resta aperto alla possibilità di un ingresso di un partner finanziario, come accaduto nel caso del fondo Peninsula, che detiene circa il 2,5% di Azimut.
In merito a possibili operazioni straordinarie, il manager nell’intervista ha affermato: “Cerchiamo un operatore indipendente come noi con una buona presenza in Asia o in America Latina per valutare una fusione tra pari mantenendo l’indipendenza, oppure un gruppo assicurativo giapponese che ci garantisca apertura su un mercato di grandi masse dove non siamo presenti e al quale offrire in cambio l’accesso al nostro Paese”.
Infine, in merito ai risultati, Giuliani ha dichiarato che il primo trimestre 2019 “dovrebbe essere uno dei migliori della nostra storia”. Per quest’anno, l’ultimo coperto dall’attuale piano industriale, l’utile netto è fissato a 300 milioni.
Intorno alle 10:20 a Piazza Affari il titolo segna un rialzo dell’1,8% a 15,59 euro, mentre l’indice di settore sale dello 0,9 per cento.