Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dello 0,6% e in direzione opposta rispetto all’analogo europeo (+0,3%), frenando anche il Ftse Mib (sulla parità).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, in attesa che Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale, con le delegazioni dei due Paesi che si sono viste la settimana scorsa e si rivedranno in questa. I segnali sembrano positivi.
Ulteriore incertezza è generata dal fronte della Brexit, con il Parlamento britannico che ha respinto per la terza volta l’intesa trovata dal primo ministro Theresa May con l’UE, il cui presidente, Donald Tusk, ha indetto un vertice straordinario dei capi di Stato e di Governo il prossimo 10 aprile. il termine per l’uscita (no-deal) a questo punto rimarrebbe il 12 aprile.
Per quanto riguarda l’Italia, le ultime indiscrezioni di stampa riportano che il Governo nel prossimo Def di aprile potrebbe abbassare le stime di crescita per il 2019 allo 0,1%-0,2% dall’1% attuale, con il rapporto deficit/Pil che salirebbe al 2,3-2,4% dal 2,04 per cento. Lo stesso ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha sottolineato che la crescita è debole.
“Sono preoccupato nel vedere che l’economia italiana continua a regredire. Quando ci siamo messi d’accordo io e il presidente Conte sul quadro generale del bilancio italiano avevamo pensato che la crescita sarebbe stata dell’ordine dell’1 per cento. Sappiamo che oggi quella cifra deve essere rivista al ribasso e dunque, visto il pesante debito pubblico italiano tutte le politiche che gravitino attorno alla nozione di rilancio del bilancio saranno limitate”, ha affermato il presidente della Commissione UE, Jean Claude Juncker.
Sul comparto bancario, con lo spread Btp-Bund rimasto in area 260 pb (fonte Mts Markets), è scattato qualche realizzo dopo le ultime sedute positive, sostenuti dai rumor secondo cui la Bce avrebbe allo studio delle opzioni per ridurre gli oneri sostenuti dalle banche sulla liquidità in eccesso.
Qualche presa di beneficio su tutti i titoli del Ftse Mib, con UniCredit (-0,5%), che ha dato avvio a UniCredit Lease Asset Management, e Intesa Sanpaolo (-0,3%), che ha confermato di voler essere una banca leader in Europa, che contengono il calo. Tiene botta Banco Bpm (+0,3%), che ha ricevuto delle offerte per Npl relativi al leasing.
Sul Mid Cap ritracciano Credem (-1,6%), Popolare Sondrio (-1,9%) e, soprattutto, Creval (-2,5%), con alcuni soci che hanno acceso un faro su alcune operazioni passate. Nuova frenata per Mps (-0,9%), con il Tesoro che entro fine anno deve presentare all’UE il piano di uscita dal capitale.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con le offerte vincolanti per una possibile aggregazione che sono attese entro metà aprile, mentre la Bce ha prorogato l’amministrazione straordinaria fino al 30 settembre 2019. Rallenta nuovamente Banca Finnat (-0,6%), che ha confermato i target al 2020.