Il Cda di Restart ha approvato il bilancio 2018. Si premette che il conto economico è stato riclassificato per tener conto dell’operazione di scissione parziale proporzionale avvenuta lo scorso 28 dicembre di Aedes stessa in favore della beneficiaria e interamente controllata Sedea.
La società scissa, che alla conclusione dell’operazione ha assunto poi la denominazione di Restart, è ad oggi una realtà attiva nel mercato immobiliare con un approccio opportunistico, che acquista con altri partners asset immobiliari al fine di valorizzarli anche nel lungo periodo e rivenderli sul mercato, fornendo anche tutti i relativi servizi immobiliari.
Nel 2018 il gruppo ha riportato ricavi complessivi per 1,5 milioni, in linea con l’esercizio precedente (+2,7% a/a).
Il portafoglio immobiliare posseduto dal gruppo è costituito da asset “Trading”, destinati ad essere ceduti nel breve e medio termine con un GAV di 11,8 milioni. Il 95,3% è rappresentato da “Trading Assets”, in cui rientrano immobili già esistenti di cui si prevede la vendita in blocco o frazionata. Il restante 4,7% è formato dai “Trading Lands”, in cui rientrano aree e terreni edificabili per i quali Restart prevede una cessione in qualunque fase del ciclo produttivo.
A livello di gestione operativa, il Net Operating Income si è attestato a 0,8 milioni in progresso del 14,9% su base annua, mentre l’Ebitda ha messo in evidenza un deficit di 2,5 milioni (-3,4 milioni nel 2017).
I maggiori oneri da società collegate registrati nel 2018 hanno pesato inoltre sull’Ebit del gruppo, negativo per 8,4 milioni (deficit di 7,8 milioni nel 2017).
Il conto economico si è chiuso con un utile netto di 225mila euro, a fronte di risultato netto positivo di 9,6 milioni nel 2017 che includeva 17,6 milioni riferiti a proventi da attività/passività cedute e/o destinate ad essere cedute, includendo il risultato positivo del business aziendale oggetto di scissione parziale proporzionale a favore di Aedes SIIQ.
Dal lato patrimoniale, al 31 dicembre 2018 l’indebitamento finanziario netto ammontava a 1,2 milioni, in forte calo rispetto ai 216 milioni di fine anno 2017.
Il 2019 sarà un anno di start up per la società, funzionale all’avvio del nuovo modello di business focalizzato sulla dismissione delle partecipazioni e dell’attuale portafoglio di trading, reinvestendo le risorse in operazioni opportunistiche.