Banche (+1,6%) – Sugli scudi UniCredit (+2,7%), Banco Bpm (+2,1%) e Ubi (+2%)

Il Ftse Italia Banche chiude con un guadagno dell’1,6% e in linea all’analogo europeo (+1,6%), supportando anche il Ftse Mib (+1,1%).

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, in attesa che Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale, con le delegazioni dei due Paesi che si sono viste la settimana scorsa e si sono rivisti ieri. I segnali sembrano positivi.

Ulteriore incertezza è generata dal fronte della Brexit, con il Parlamento britannico che ha respinto per la terza volta l’intesa trovata dal primo ministro Theresa May con l’UE, il cui presidente, Donald Tusk, ha indetto un vertice straordinario dei capi di Stato e di Governo il prossimo 10 aprile. Il termine per l’uscita (no-deal) a questo punto rimarrebbe il 12 aprile. Se si giungesse a un’intesa, si potrebbe arrivare al 22 maggio, prima delle elezioni europee.

Per quanto riguarda l’Italia, le ultime indiscrezioni di stampa riportano che il Governo nel prossimo Def atteso in consiglio dei Ministri il prossimo 9 aprile potrebbe abbassare le stime di crescita per il 2019 allo 0,3%-0,4% dall’1% attuale, con il rapporto deficit/Pil che salirebbe al 2,3% dal 2,04 per cento. Lo stesso ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha sottolineato che la crescita è debole.

Sul comparto bancario, nonostante lo spread Btp-Bund rimasto in area 260 pb (fonte Mts Markets), sono tornati gli acquisti dopo la pausa di riflessione di martedì, sostenuti anche dalle buone indicazioni arrivate dall’indice Pmi dei servizi italiano.

Denaro su tutti i titoli del Ftse Mib, tra cui spicca UniCredit (+2,7%), che secondo quanto riporta la stampa sarebbe vicina ad un’accordo con le autorità americane per un importo di circa 800 milioni di euro. In spolvero Banco Bpm (+2,1%), che ha ricevuto delle offerte per Npl relativi al leasing, e Ubi (+2%), attualmente concentrata sul rinnovo del cda.

Sul Mid Cap risalgono Credem (+0,8%) e, più arretrate Creval (+0,1%), con alcuni soci che hanno acceso un faro su alcune operazioni passate, e Popolare Sondrio (+0,1%). Recupera Mps (+0,6%), con il Tesoro che entro fine anno deve presentare all’UE il piano di uscita dal capitale e con la banca che continua a lavorare al de-risking.

Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con le offerte vincolanti per una possibile aggregazione che sono attese entro metà aprile ma con il termine che potrebbe slittare a fine mese o inizio maggio, mentre la Bce ha prorogato l’amministrazione straordinaria fino al 30 settembre 2019. Pronto recupero di Banca Finnat (+3,8%), che ha confermato i target al 2020.