Il Governo starebbe valutando un decreto che non renderebbe più obbligatoria la trasformazione in Spa delle banche popolari con attivi che superano 8 miliardi ma “facoltativa”.
È quanto riporta La Repubblica, la quale aggiunge che comunque si manterrebbe l’attuale impianto della riforma varata nel 2015.
Si ricorda che i quesiti sulla legittimità delle riforma, sulla quale la Corte Costituzionale si era espressa favorevolmente, erano stati sottoposti al Consiglio di Stato che a sua volta li ha rimessi alla Corte di Giustizia UE, il cui pronunciamento potrebbe richiedere tempi lunghi.
I principali punti sollevati fanno riferimento in particolare all’imposizione della soglia dell’attivo sopra la quale una popolare è obbligata a trasformarsi in Spa e le disposizioni sul limite o esclusione del diritto di recesso.
La Corte Europea dovrà decidere se tali prescrizioni siano conformi o meno alle regole europee in tema di aiuti di Stato e alla disciplina sulla concorrenza nel mercato interno e libera circolazione dei capitali.
Il decreto Milleproroghe varato dal Governo aveva già prorogato i termini per la trasformazione in spa fino al 31 dicembre 2019. Le uniche Popolari che ancora non vi hanno provveduto sono banca popolare di Sondrio tra le quotate e Banca Popolare di Bari tra le non quotate.