Comer Industries (AIM) – Un leader globale con una storia di crescita

Il gruppo emiliano centra, anticipandoli, gli obiettivi industriali del piano predisposto nel 2017 e mercoledì 13 marzo ha segnato un altro goal con l’ingresso in Borsa al segmento AIM.  Risultati di grande valenza ed ottenuti nel rispetto di quella sostenibilità che ha permesso a Comer Industries di diventare leader globale con oltre il 90% dei ricavi oltre frontiera, ove è attiva con tre insediamenti produttivi e numerose subsidiaries commerciali. 

 

“Rafforzare e consolidare le leadership attuali; ampliare la gamma prodotti ed entrare in nuovi mercati; migliorare la redditività e conseguire nuove semplificazioni per merito dell’estensione della digitalizzazione”.

Sono questi, come ricorda Matteo Storchi, Presidente e Ceo di Comer Industries, “le priorità strategiche a cui stiamo lavorando per crescere nel mondo, anche con acquisizioni, e rafforzare il posizionamento su quei mercati globali ove realizziamo oltre il 90% dei nostri 380 Milioni di ricavi”.

Iniziative che ora potranno registrare una accelerazione anche perché, come sottolinea il capo azienda, “il 2018 ha confermato la validità delle nostre strategie e siamo riusciti a concretizzare molte delle iniziative che avevamo messo nella pipeline con il piano industriale predisposto nel 2017”.

In questi due anni, come sottolinea Storchi, “abbiamo infatti compiuto importanti passi avanti su tutti gli obiettivi che ci eravamo dati e proprio per questo abbiamo accelerato anche sul tema dello sviluppo esogeno, cogliendo l’opportunità di una ricapitalizzazione con accesso al listino”.

L’operazione si è concretizzata mercoledì 13 marzo con la quotazione di Comer Industries all’AIM di Borsa Italiana. L’ultima tappa del percorso avviato nella seconda metà del 2018 e proseguito in questi primi mesi dell’esercizio in corso, quando abbiamo formalizzato la “combinazione” con Gear 1 a cui era abbinato un aumento di capitale riservato.

Gear 1 ha così rilevato il 15% di Comer Industries per un controvalore di 30 milioni e la società emiliana ha fatto il suo esordio in Borsa con una capitalizzazione di 200 milioni. Dimensione che colloca Comer Industries fra i primi cinque gruppi quotati all’AIM.

“Un punto di approdo che di fatto – come ha ricordato Storchi dopo aver suonato la campanella dell’avvio delle contrattazioni – rappresenta il punto di partenza di una nuova sfida: quella dell’accelerazione dello sviluppo nella salvaguardia di quegli imperativi che ci hanno permesso di crescere in una logica di sostenibilità, diventando leader nei nostri settori di riferimento”.

E l’approdo in Borsa ha segnato un altro primato poiché in poche sedute la capitalizzazione è passata dai 200 milioni dell’apertura del 13 marzo agli oltre 260 milioni di oggi, facendo segnare un progresso di oltre il 30% e rafforzando la posizione dell’azienda al vertice della classifica per capitalizzazione.

“Una crescita accelerata, ma compatibile e sostenibile”

“La nostra è una storia di crescita e ora siamo pronti a imprimere una nuova accelerazione grazie alla capacità di execution dimostrata in questi ultimi due anni ed all’ingresso in Borsa”, un altro successo considerato insperato dagli operatori visto il momento in cui è stato realizzato.

“È doveroso ricordare al riguardo che noi, ricorda Matteo Storchi, presidente e Ceo di Comer Industries, “siamo un’azienda metalmeccanica come testimoniano quelle tute blu che rappresentano più del 50% dei 1.400 occupati nelle nostre otto fabbriche sparse nel mondo, di cui tre ubicate al di fuori dei confini nazionali, delle quali una, quella in Cina, lo scorso anno ha triplicato la capacità produttiva con un investimento di circa 10 milioni”.

Investimento completato alla fine del 2018 ed entrato a regime nei giorni scorsi. In buona sostanza, aggiunge il presidente e Ceo di Comer Industries, “stiamo realizzando quanto abbiamo predisposto nei due pilastri del piano industriale del 2017: la crescita organica da realizzarsi sulla base di quattro direttrici e la crescita esogena da perseguire seguendo tre filoni”.

Matteo Storchi, Ceo di Comer Industries, illustra le priorità strategiche

Più in particolare prosegue Storchi, “abbiamo conseguito importanti risultati su tutte le quattro priorità del primo pilastro, la crescita organica. Abbiamo infatti aumentato le nostre dimensioni conservando la leadership nel core business agricolo e abbiamo conseguito uno sviluppo reddituale come testimonia anche il bilancio del 2018”.

Matteo Storchi, Ceo di Comer Industries

Nel contempo, prosegue l’imprenditore, “abbiamo dimostrato di saper attrarre persone con un grande know how (talenti) e sviluppare la gamma prodotti proprio grazie anche a queste nuove professionalità, mentre la digitalizzazione ci ha permesso di conseguire una importante semplificazione: abbiamo azzerato il concetto di silos verticale e ridotto da sette a cinque i livelli organizzativi”.

Ed è stato proprio grazie a questi risultati, conseguiti merito la dimostrata capacità di execution, che “abbiamo potuto approcciare le tre priorità del secondo pilastro, la crescita esogena tramite acquisizioni. Un percorso che sarà oggi agevolato dai 30 milioni incassati con la scelta della quotazione”.

Risorse grazie le quali, completa Storchi, “potremo selezionare realtà che ci permettano di aumentare le quote di mercato con aziende con business analoghi al nostro, rafforzare le relazioni con i clienti acquisendo nuove capacità nelle loro aree di prossimità e cioè Americhe, Cina e India, aumentare le tecno-capacità per vincere le sfide di una realtà in profondo cambiamento”.

“Le prossime sfide ed i macro-trend”

Il nostro business, ricorda Storchi, “è oggi condizionato da due macro driver: elettrificazione e guida autonoma. Trend nati e sviluppati nel settore della mobilità, e quindi principalmente l’automotive, anche se ora condizionano tutto il comparto e quindi anche quella trasmissione meccanica nella quale noi operiamo”.

Ed è proprio all’interno di questo scenario che noi di Comer Industries “abbiamo individuato due chiavi per soddisfare al meglio i nostri clienti: sensori e diagnostica. Questo percorso ci permette infatti di acquisire le informazioni utili dal funzionamento delle nostre trasmissioni che poi forniamo ai ‘cervelli’ (CPU) delle macchine ove sono installate per consentire loro di effettuare le scelte migliori”.

Un’attività con grandi potenziali in quanto, aggiunge l’imprenditore, il tema della sostenibilità assume una valenza sempre più forte e quindi pressoché tutti i grandi produttori di mezzi hanno già scelto la strada dell’automazione. Un percorso intrapreso in quei trattori o quelle mietitrebbie in ambito agricolo dove noi siamo leader, ma anche sul versante degli escavatori, dove abbiamo acquisito nel mondo posizioni di valenza assoluta”.

Un business che stiamo sviluppando in modo autonomo, grazie alla nostra forte capacità di ricerca e sviluppo, anche se siamo alla ricerca di piccole realtà locali per accelerarne le applicazioni. Una merce rara, ma presente con una certa forza e radicamento in Italia e nord America.

Lo scenario dei prossimi semestri

Il nostro business ed il nostro mercato, precisa Storchi, “restano condizionati da due grandi variabili. Quella apertasi sul tema dei dazi con le iniziative del presidente americano Trump, azione rivolta prevalentemente nei confronti della Cina, e quella correlata all’evoluzione del mercato cinese, la cui dinamica è correlata al tema dei dazi e i cui effetti coinvolgono tutto e tutti essendo la Cina uno dei pilastri dell’economia globalizzata”.

E gli effetti di questo scenario, aggiunge il Ceo di Comer Industries, “sono già evidenti, come testimonia l’evoluzione delle dinamiche macro nelle principali aree del pianeta. Scenario a fronte del quale noi abbiamo reagito con tempestività, anche perché abituati ad una concorrenza feroce, ed abbiamo adottato misure di sviluppo anziché scegliere la strada dei tagli”.

Pensiamo quindi che il 2019 resterà un anno difficile, anche se noi abbiamo adottato una serie di iniziative che dovrebbero permetterci di perseguire con un certo successo la strada dello sviluppo. Il contesto, completa Storchi sul tema, “resta comunque complesso e noi abbiamo adottato principi di prudenza, ma nel contempo ci siamo preparati a cogliere tutte quelle opportunità che si presenteranno grazie alla forza della nostra struttura patrimoniale ed alla rafforzata capacità reddituale”.

“La nostra capacità pro-attiva in un itinerario di sviluppo”

La scelta di confermare le strategie di crescita si è dimostrata ad oggi vincente come dimostra l’esempio indiano, “dove abbiamo rafforzato la nostra presenza e stiamo raccogliendo successi importanti in un trend crescente. Questo in quanto siamo convinti che l’India ha imboccato un percorso che ci offre 3-5 anni di sviluppo a ritmi sostenuti”.

Buone notizie anche sul versante della matrice mercati/prodotti. Da un lato, prosegue Storchi, “stiamo ampliando la gamma con nuove piattaforme e prodotti in pressoché tutti i nostri business. Un percorso che continueremo a realizzare in modo organico in quanto la nostra capacità di R&S ci permette di salvaguardare quei vantaggi competitivi che ci hanno consentito di raggiungere ruoli di leader globali considerando che per lanciare un nuovo prodotto sono necessari tre anni di lavoro e noi abbiamo una pipeline importante”.

Più articolata la strada dello sviluppo dei mercati in quanto sono molteplici i percorsi per aggredire le aree dove non siamo presenti e quelle dove il nostro ruolo è al di sotto delle potenzialità. In India il percorso è già ben impostato, ma ci sono molte altre aree ove dobbiamo accelerare come le Repubbliche dell’Ex Unione Sovietica e la Corea.

Situazioni nelle quali agiremo anche con soluzioni esogene, attuando acquisizioni a cui lavoriamo da tempo. I dossier sui nostri tavoli sono molti ed i capitali oggi non ci mancano, ma noi saremo molto attenti e non derogheremo agli imperativi di sostenibilità ai quali ci siamo sempre attenuti.

L’evoluzione della gestione nei prossimi semestri 

Comer Industries ha dimostrato nel corso dei suoi cinque decenni di vita di saper mantenere la barra dritta sul versante della crescita sostenibile ed oggi ha conquistato una posizione di leadership in molte delle applicazioni delle trasmissioni meccaniche sul mercato globale.

Nel contempo, però, lo scenario macro mette in evidenza alcune problematicità, dagli effetti della ‘guerra’ sui dazi, alla crescita della locomotiva cinese, rafforzando quei sani principi di prudenza che da sempre guidano le scelte del gruppo emiliano.

Scenario mitigato dalla capacità proattiva dimostrata anche di recente dal team che affianca Storchi alla guida del gruppo. Una serie di elementi grazie ai quali il mercato resta fiducioso sull’evoluzione dei conti di un’azienda che ha chiuso il 2018 nel rispetto delle attese, superandole in alcuni indicatori essenziali, come quella redditività misurata dall’Ebitda margin che ha superato quota 10% con un anno di anticipo sul piano.

Il 2018 si è infatti chiuso con ricavi in progresso 10,8% a 379 milioni ed un balzo del 28,9% ad oltre 38 milioni dell’Ebitda. Dati dai quali emerge una redditività superiore al 10% mentre la solidità patrimoniale è testimoniata da un rapporto debiti netti/Ebitda nettamente inferiore a uno.

Dimensione oggi migliorata ulteriormente poiché i 30 milioni di debiti esistenti a fine 2018 sono stati azzerati in quanto il percorso di quotazione ha portato ad una raccolta analoga e cioè esattamente di 30 milioni.

Le aspettative sul prossimo biennio

Il gruppo ha elaborato un piano nel 2017 e noi ci siamo soffermati sulle componenti qualitative in quanto i dati numerici non sono disponibili, ma il mercato crede nella congruità dello sviluppo come testimonia l’andamento dei titoli in Borsa.

É quindi plausibile che l’azienda possa confermare i trend in atto anche nel prossimo futuro e quindi che possa chiudere il 2019 con ricavi in progresso a oltre 400 milioni. Nel contempo, nel rispetto delle strategie miranti ad un aumento dei margini, la redditività dovrebbe migliorare ulteriormente e consolidarsi al di sopra della soglia del 10 per cento.

Un trend che, salvo sorprese ed eventi straordinari ad oggi non ipotizzabili, dovrebbe riproporsi nel 2020 anche senza considerare l’apporto delle acquisizioni a cui il gruppo sta lavorando da tempo, come si rileva dai piani e dall’intervista all’imprenditore sopra riportata.