Vimi Fasteners ha recentemente presentato i risultati dell’esercizio 2018, anno dell’approdo sul mercato Aim di Borsa Italiana, con un fatturato consolidato pro-forma in aumento del 4% a 52,3 milioni, un Ebitda adjusted in leggero calo a 7,5 milioni e un utile netto adjusted in progresso dell’8,1% a 2,9 milioni.
Risultati di cui, commenta l’amministratore delegato di Vimi Fasteners Marco Sargenti, “siamo moderatamente soddisfatti, poiché l’azienda è cresciuta ma non abbiamo raggiunto tutti i target che avevamo fissato in sede di IPO”.
Un andamento sul quale hanno impattato diversi fattori. In particolare, sul fatturato ha influito “il brusco rallentamento del mercato automobilistico degli ultimi quattro mesi dell’anno, dovuto a dinamiche macroeconomiche e geopolitiche come le tensioni tra Stati Uniti e Cina, l’introduzione della nuova normativa WLTP sui livelli di emissione per le omologazioni in Europa e le incognite sulla Brexit”.
Elementi che “ci hanno impedito di portare a casa quella crescita double digit che abbiamo riscontrato nei primi sei mesi dell’anno”.
A livello di Ebitda il calo è invece attribuibile a una serie di eventi straordinari, “a partire dal momentaneo trasferimento di alcune attività produttive a Reggiolo e al contemporaneo approntamento del nuovo stabilimento, scelta dovuta alla saturazione della linea produttiva e della supply chain per un aumento anomalo della domanda dei clienti”.
Per fare questo, spiega l’amministratore delegato, “abbiamo dovuto sostenere maggiori costi per spostare parte delle attività produttive nello stabilimento esterno, a circa 15 km da quello principale, e per provvedere alla demolizione di parte del capannone esistente e far posto alla costruzione del nuovo fabbricato”.
Ciò “ha comportato costi aggiuntivi legati all’approntamento e all’affitto dello stabilimento temporaneo, allo spostamento e all’installazione dei macchinari e ai trasporti interni che si sono generati. Tutte attività che hanno comportato extra costi per lavoro straordinario, trasporti speciali e aggravi di costo da parte dei nostri fornitori, con un impatto a livello di marginalità industriale”.
Inoltre, “nel corso dell’anno sono stati sostenuti costi relativi al piano di stock grant deliberato a favore degli amministratori in fase di Ipo. I costi non ricorrenti hanno dunque influito sul risultato per complessivi 1,7 milioni”.
Vimi Fasteners è ora focalizzata sugli obiettivi del 2019, anno che, prosegue l’Ad, “riteniamo possa essere un anno di transizione caratterizzato da risultati in linea con quelli dell’esercizio precedente e da una aumento significativo dell’incidenza sul fatturato dei settori diversi dall’Automotive. Il rallentamento evidenziatosi nell’ultimo quadrimestre dello scorso anno si è infatti protratto anche nei primi mesi dell’anno, determinando una riduzione del portafoglio ordini”.
Andamento migliore invece per gli altri mercati di sbocco del gruppo: “Nel settore Industriale e nell’Oil & Gas si assiste a una domanda in crescita che si è tradotta in un aumento del portafoglio ordini nei primi mesi dell’anno, quando anche i settori Aerospace e Motorsport hanno mostrato incrementi significativi anche se con volumi ancora inferiori a quelli degli altri settori”.
Nel 2019 proseguiranno poi “la razionalizzazione dei processi produttivi e la costruzione del nuovo stabilimento, il cui completamento è previsto nella seconda metà dell’anno. Si tratta di attività che permetteranno il recupero della produttività persa nel corso del 2018 e un efficientamento della struttura produttiva nel suo complesso”.
Infine, conclude Sargenti, “il gruppo proseguirà la politica di sviluppo intrapresa mediante fattori esogeni con attività di M&A sul mercato, al fine di ampliare la gamma di prodotti offerta e garantire una maggiore internazionalizzazione delle attività”.
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