Per il futuro di Carige permane una situazione di incertezza, per superare la quale la realizzazione della business combination alla quale stanno lavorando i tre commissari rimane un passaggio chiave.
A dirlo, anzi metterlo nero su bianco nella relazione sulla situazione patrimoniale ed economica del bilancio 2018 sono i tre commissari dell’istituto, Pietro Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener, incaricati dalla Bce di prendere in mano le redini del gruppo.
“In assenza di ulteriori adeguati azioni o provvedimenti, esistono incertezze significative in merito alla capacità del gruppo di continuare la propria esistenza operativa in un futuro prevedibile”, si legge nel documento.
I commissari sono al lavoro per trovare una soluzione di continuità per l’istituto di credito genovese attraverso un’operazione di aggregazione. Secondo le indiscrezioni, sarebbero rimaste aperte le trattative con un fondo del gruppo BlackRock.
La mancata approvazione lo scorso mese di dicembre dell’aumento di capitale da 400 milioni, unitamente al quadro economico e finanziario, ha avuto impatti negativi sulla liquidità della banca. Impatti che sono stati tamponati grazie alla garanzia pubblica che ha permesso l’emissione, a gennaio, di due obbligazioni con garanzia dello Stato per un importo complessivo di 2 miliardi.
Il livello di Liquidity Coverage ratio, che a fine 2018 era pari all’87%, è stato quindi ripristinato e, nel mese di febbraio 2019, si attesta al 154 per cento.
Tuttavia, se non si risolvono le debolezze strutturali dell’istituto, la soluzione resta temporanea. Per questo, si legge nella relazione, è possibile immaginare diversi scenari per il futuro di Carige, che per i tre commissari potrà trovare una via di uscita ai propri problemi.
“I commissari”, si legge nella nota, “basano la ragionevole aspettativa che la banca e il gruppo continuino la loro esistenza operativa in un futuro prevedibile con la realizzazione di uno dei seguenti scenari alternativi: il perseguimento, nel breve periodo, di una business combination ovvero, nel caso in cui non si realizzi un’operazione di business combination nel breve periodo, il ricorso a un aumento di capitale sociale di 630 milioni o, in ultima istanza, alla ricapitalizzazione precauzionale”.
Il documento fa anche il punto sugli impatti economici delle diverse operazioni straordinarie realizzare nel 2018.
La cessione a Chenavari della società di credito al consumo Creditis ha portato a “un effetto netto a conto economico negativo, a livello di gruppo, di circa 9 milioni”. La cartolarizzazione, a dicembre, di 859,8 milioni di Npl con il veicolo Riviera Npl, ha avuto un impatto negativo per 35,1 milioni. La cessione di 365,8 milioni di Utp a Bain Capital Credit ha comportato un effetto negativo per 7,8 milioni. L’istituto è invece riuscito a realizzare una plusvalenza di 22 milioni grazie alla cessione dell’attività di merchant acquiring a Nexi.