Grande successo per Eurotech negli incontri di questa settimana con gli investitori istituzionali. Lunedì l’azienda friulana ha tenuto a Francoforte la prima tappa del proprio roadshow internazionale con Alantra, mentre mercoledì ha partecipato alla “Mid & Small in London Conference 2019” organizzata da Virgilio IR.
“Siamo molto soddisfatti per l’ottima accoglienza ricevuta”, afferma l’Ad Roberto Siagri, “gli incontri sono stati costruttivi e propositivi. Abbiamo avuto conferme da chi già ci conosceva, ma in generale tutti i nostri interlocutori erano preparati e interessati, è stato possibile instaurare un bel dialogo. Sembrava di rivivere lo stesso mood di quando ci siamo quotati”.
Dinamica favorita in gran parte dalla forte vocazione internazionale di Eurotech, poco esposta alle vicissitudini dell’economia italiana. “Siamo una multinazionale e portiamo nel mondo la bandiera della trasformazione digitale, che è un concetto globale e apolide”.
Ricordiamo infatti che il gruppo genera il 75% del proprio fatturato tra Stati Uniti (42%) e Giappone (33%), mentre le vendite in Europa rappresentano circa il 20% del totale (di cui circa il 5% in Italia) e il 5% fa riferimento al resto del mondo.
“La nostra dipendenza dall’Italia è relativa rispetto all’andamento dei nostri clienti internazionali, che nel complesso continueranno a vivere un trend positivo”, come testimoniato dagli ordini al 31 dicembre 2018 per il 2019, in crescita del 55% su base annua.
Un’attenzione particolare è riservata all’area Asia-Pacifico, “una regione interessante, sia per la concentrazione della popolazione sia a livello di sviluppo industriale”, spiega Siagri. “I Paesi di quella zona stanno instaurando relazioni commerciali e adottando politiche di abbattimento delle barriere doganali, si sta creando un nuovo equilibrio economico e anche Paesi una volta chiusi come il Giappone si stanno aprendo”.
La dimensione internazionale è senz’altro un punto a favore di Eurotech e può giocare un ruolo notevole nel suscitare interesse fra gli operatori finanziari del settore. “Questi roadshow sono importanti per conoscere investitori istituzionali e creare le condizioni affinché aumentino la presenza nel nostro capitale”, osserva l’Ad.
“Per quanto ci è noto, ad oggi il peso di questi soggetti è pari a circa il 10%, ma vogliamo incrementarlo per avere un migliore equilibrio nell’azionariato. È importante avere investitori con ottica di lungo periodo, più in sintonia con la nostra strategia di crescita e che possono quindi dare più stabilità al titolo”.
Ci vorrà del tempo per capire se questi incontri positivi si tradurranno effettivamente in acquisti, poiché chi prende posizioni long è solito monitorare il titolo per un periodo prima di entrare. Tuttavia, come sottolinea Siagri “è molto significativo essere riusciti ad organizzare tanti incontri, tutti andati molto bene, specialmente in una piazza come Francoforte”.
C’è poi una serie di fattori che possono rendere Eurotech appetibile per gli istituzionali. Innanzitutto “l’elevato flottante, superiore al 70%, che ci rende una public company e permette a tutti di trovare una collocazione ragionevole”.
Da sottolineare poi la capitalizzazione di circa 144 milioni, “oltre la soglia dei 100 milioni al di sotto della quale diventa difficile entrare nei radar dei fondi esteri”. Inoltre, il titolo gode di “un’ottima liquidità, anche superiore a titoli con market cap superiore”, afferma Siagri.
Infine, come rimarca l’Ad, “c’è il nostro potenziale tecnologico che a livello di qualità è tra i primi 10 al mondo nel settore, come dimostrano sia le analisi di mercato sia le ottime referenze che stiamo ottenendo dai nostri clienti”.
E sono proprio gli investimenti tecnologici degli ultimi anni a definire il vero valore potenziale di Eurotech, al di là dei multipli di mercato. “Gli asset immateriali, gli investimenti effettuati, rappresentano l’energia potenziale che abbiamo incamerato negli anni. Sta a noi dimostrare la capacità di trasformare questo potenziale in energia cinetica e tradurlo in numeri di conto economico. I primi effetti si sono visti già l’anno scorso, ma si vedranno ancora di più quest’anno e nei prossimi esercizi, a livello di marginalità e redditività”.