Nel giorno dell’assemblea degli azionisti, che dovrebbe approvare la distribuzione di un dividendo di 0,65 euro pari a uno yield di circa il 4,6% rispetto alle quotazioni attuali, il Sole 24 Ore torna sulla possibilità di eventuali operazioni di M&A per il gruppo guidato da Mike Manley.
Secondo il quotidiano, il 2019 è l’anno in cui Fca potrebbe concludere un’importante alleanza di consolidamento all’interno del settore automotive, in uno scenario che vede un rallentamento del mercato.
Da una parte infatti vi è l’esigenza di condividere gli investimenti per sviluppare le nuove tecnologie (come le auto elettriche), mentre dall’altra la necessità di aumentare l’efficienza degli impianti soprattutto in Emea.
L’Europa rappresenta ancora una quota importante dei ricavi complessivi di Fca, pari a circa il 20% del totale nel 2018, generando però solo il 6% dell’Ebit adjusted.
Da tenere in considerazione anche il rallentamento nordamericano, dove il Lingotto realizza oltre il 65% del proprio fatturato e oltre il 92% dell’Ebit adjusted e in cui può offrire gli asset più interessanti a un’eventuale pretendente per una fusione.
Da sottolineare inoltre la necessità di aumentare la penetrazione in area Apac dove Fca genera solo il 2% dei ricavi, con la Cina che ha ormai lanciato la sfida agli Stati Uniti per l’egemonia globale.
I possibili partner citati dal Sole 24 Ore sono gli stessi circolati negli scorsi mesi, a partire da Peugeot, Renault-Nissan e Hyundai, quest’ultima considerata l’ipotesi migliore in termini industriali.
Da non escludere anche un possibile ritorno di fiamma dalla Cina con Geely, soprattutto adesso che l’Italia si è allontanata dall’Atlantismo con la scelta dell’attuale governo della Via della Seta.

























