Intesa Sanpaolo si chiama fuori dal consolidamento del sistema bancario italiano. A ribadirlo alla stampa a margine di un evento è stato Gian Maria Gros-Pietro, presidente della banca.
“Un discorso che viene fatto è quello del consolidamento: noi ci siamo tirati fuori per quanto riguarda l’Italia perché il consolidamento l’abbiamo già fatto per quanto ci riguarda. Dentro a Intesa Sanpaolo ci sono almeno 250 banche che sono state assorbite durante la sua storia e stiamo finendo di fondere dentro la capogruppo tutte quelle che erano storicamente delle importanti attività sul territorio”, ha affermato Gros-Pietro.
“Non dimentichiamo che siamo stati gli unici in grado di intervenire sulle banche venete e questo è un consolidamento che abbiamo fatto meno di due anni fa; quindi, aggiungiamo che un’ulteriore operazione di consolidamento in Italia solleverebbe immediatamente dei problemi di Antitrust”, ha aggiunto il presidente.
Il manager ha poi fatto presente che “l’unico consolidamento possibile è quello cross border”, sottolineando però che non ci sono le condizioni. “Oggi è talmente costoso fare un consolidamento crossborder in termini di differenze, in quanto abbiamo una Unione bancaria incompleta perché le banche sono soggette a una sorveglianza unica ma operano in regimi legali e fiscali che sono diversi nei diversi Paesi, per cui ci sono dei grossissimi ostacoli” ha spiegato il presidente di Intesa Sanpaolo.
“Un’operazione di consolidamento deve essere conveniente per gli azionisti, ci devono essere delle sinergie che si possono ottenere solo se si eliminando gli ostacoli di consolidamento crossborder” conclude i manager.