Ubi in gran spolvero a Piazza Affari dopo l’apertura del riconfermato consigliere delegato Victor Massiah a possibili operazioni di M&A. Intorno alle 14:30 le azioni registrano un balzo del 4,8% a 2,70 euro, facendo ancora meglio della già ottima performance del comparto bancario (+3,2%).
In merito alle possibili aggregazioni “la nostra posizione non cambia: noi abbiamo un’apertura a studiare qualunque tipo di ipotesi che risponda a due componenti: creazione di valore e governance semplice ed efficace. Quando si saranno create queste condizioni noi siamo pronti a studiare”, ha affermato alla stampa Massiah a margine dell’assemblea.
“Non escludiamo niente e non includiamo niente, semplicemente non c’è nessun dossier sul tavolo”, ha aggiunto il manager.
Il manager ha poi fatto sottolineato: “Contiamo di fare partire il nuovo piano industriale subito, dovrebbe avere una durata almeno triennale 2020, 2021 e 2022, e speriamo di poterlo presentare ai mercati in autunno”.
Anche Giandomenico Genta, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, azionista di Ubi con il 5,91%, ha parlato della tematica delle aggregazioni nel corso dell’assemblea.
Riguardo alle “sfide future” che l’istituto potrebbe affrontare, Genta ha parlato di “opportunità riguardanti l’assetto del sistema bancario italiano”.
Sulla questione M&A Genta ha fatto presente che “come azionisti non vogliamo svolgere un ruolo conservatore, non è nelle nostre corde”.
“Auspichiamo però che si mantenga lo stesso atteggiamento di prudenza e valutazione oggettiva delle opportunità fin qui adottata che porti ad affrontare solo quei passi in grado di produrre strategicamente un valore per la banca, per i territori e per gli azionisti”, ha aggiunto il presidente della fondazione piemontese.