Banche (+2,7%) – Scattano Ubi (+6,6%), Banco Bpm (+5,1%) e Mps (+5,1%) nell’ottava

Il Ftse Italia Banche archivia la settimana con un rialzo del 2,7% e in linea all’analogo europeo (+3%), sostenendo anche il Ftse Mib (+0,5%).

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, le cui stime sono state tagliate ulteriormente dal Fmi (dal +3,5% al +3,3%), in attesa che Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale. I segnali sembrano positivi. Nel frattempo, il presidente americano Donald Trump ha minacciato l’introduzione di tariffe su beni europei.

Ulteriore incertezza è generata dal fronte della Brexit, anche se sembra un ridursi dopo che il Consiglio UE ha concesso un rinvio flessibile dell’uscita del Regno Unito fino al prossimo 31 ottobre. In questo lasso di tempo il premier inglese, Theresa May, dovrà fare in modo che il parlamento britannico approvi l’accordo.

Per quanto riguarda l’Italia, nella bozza Def approvata martedì in consiglio dei Ministri il Governo ha rivisto le stime di crescita per il 2019 allo 0,2% dall’1% attuale, con il rapporto deficit/Pil che salirebbe al 2,4% dal 2,04 per cento.

“Le proiezioni di crescita sono molto prudenziali e sono il riflesso di una drastica revisione delle prospettive del commercio internazionale che in futuro potrebbero essere riviste verso l’alto”, si legge nel documento.

“La situazione italiana è una fonte di incertezza che pesa non solo sull’economia italiana ma sull’intera Eurozona. I numeri devono tornare e rispettare le nostre previsioni. Guardiamo con attenzione le stime fornite dal Governo ma le decisioni saranno prese in base alle nostre stime che comunicheremo il 7 maggio”, ha affermato alla stampa il commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici.

“Ho buoni motivi per credere che, grazie agli ultimi provvedimenti, alle proiezioni contenute nel Def e all’aggiustamento del deficit strutturale, l’esame sarà superato anche questa volta”, ha dichiarato in un’intervista il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.

Sul comparto bancario, anche grazie allo spread Btp-Bund sceso in area 250 pb (fonte Mts Markets), sono prevalsi in misura netta gli acquisti. In particolare, il settore ha trovato slancio nella seduta di venerdì, in scia alla diffusione dei risultati record del primo trimestre di JP Morgan.

Nel frattempo, la Bce non ha fornito dettagli sulla nuova tornata di Tltro e ha ribadito che continuerà a monitorare gli impatti sul bilanci bancari dei tassi negativi.

Denaro su tutti i titoli del Ftse Mib, tra i quali mette il turbo Ubi (+6,6%), con il Ceo Victor Massiah ha aperto a possibili M&A e ha fatto presente di aspettarsi un 2019 migliore del 2018, mentre è stato nominato il primo cda con il nuovo sistema monistico.

In gran spolvero Banco Bpm (+5,1%), il cui Ad Giuseppe Castagna ha parlato di possibili aggregazioni e con la banca che ha collocato un bond AT1 da 300 milioni.

Sugli scudi Intesa Sanpaolo (+2,2%), chiamatasi fuori dal consolidamento bancario italiano e internazionale e in attesa del rinnovo del cda, e Mediobanca (+1,7%), che ha rilevato il 66% della banca d’affari francese Messier Maris.

Molto bene UniCredit (+3,1%), con il Ceo Jean Pierre Mustier che ha minimizzato la notizia che la banca ha ricevuto dalla Commissione UE dei rilievi su presunte violazioni della normativa antitrust in relazione a titoli di stato Europei commesse in passato. Nel frattempo, lo stesso Ad ha ribadito il focus sulla crescita organica, mentre si prosegue con il de-risking.

Sul Mid Cap ok Credem (+1%) e, soprattutto, Creval (+3,4%), che ha ricevuto l’upgrade del rating da parte di Moody’s, mentre rallenta Popolare Sondrio (-2%), con il Governo che potrebbe prorogare a fine 2020 il termine per la trasformazione in spa.

Sprint di Mps (+5,1%), dopo che l’Ad Marco Morelli in assemblea ha fatto riferimento a possibili scenari di aggregazione. Lo stesso manager ha fatto anche presente che nel 2019 peserà il rallentamento dell’economia.

Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con il termine per le offerte vincolanti che potrebbe slittare al 10 maggio secondo rumor e con la business combination che resta la soluzione migliore, mentre sembra sempre più probabile la conversione del bond sottoscritto dallo Schema Volontario del Fitd. Frena Banca Finnat (-0,6%), che ha confermato i target al 2020.