Scattano le prese di profitto sul comparto bancario. Intorno alle 10:10 il Ftse Italia Banche segna un ribasso dell’1,7%, dopo avere guadagnato il 7,1% nelle cinque sedute precedenti. Tuttavia, la seduta è caratterizzata da volumi contenuti essendo alla vigilia del ponte pasquale.
A partire dallo scorso venerdì, quando il settore aveva accelerato dopo la pubblicazione dei risultati record del primo trimestre 2019 di JP Morgan, il settore ha inanellato delle ottime performance.
L’andamento odierno è stato supportato dalla sostanziale stabilità dello spread Btp-Bund in area 250-260 punti base (fonte Mts Markets).
“I dati macroeconomici di gennaio e febbraio sono incoraggianti e lasciano ritenere che l’obiettivo di crescita fissato dal governo a +0,2% nel 2019 sia equilibrato. La previsione sconta una lieve ripresa nella prima metà dell’anno seguita da incrementi più significativi nel secondo semestre”, ha affermato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
Il cambio di direzione potrebbe essere stato innescato anche dalla pubblicazione dei dati dei dati Pmi manifatturieri, che hanno evidenziato ancora una volta segnali di debolezza dell’economia dell’Eurozona, in particolare di quella tedesca.
Prese di beneficio su tutti i titoli del Ftse Mib, con Ubi (-3,6% a 2,75 euro), Banco Bpm (-2,6%% a 2,07 euro) e Bper (-2,1% a 4,06 euro). Queste ultime negli ultimi giorni erano state sostenute anche dalle aperture dei rispettivi Ceo a possibile aggregazioni, anche se non nell’immediato e subordinatamente a specifiche condizioni.
Prese di profitto anche su UniCredit (-2,4% a 12,67 euro), Intesa Sanpaolo (-1,4% a 2,31 euro) e Mediobanca (-1,1% a 9,47 euro).
Sul Mid Cap, arretrano Credem (-1,3% a 5,15 euro) e, soprattutto Creval (-3% a 0,0737 euro). Tiene Popolare Sondrio (+0,0% a 2,45 euro), mentre frena Mps (-2,7% a 1,36 euro), sostenuta negli ultimi giorni dalle aspettative su possibili aggregazioni.