Csp International – Le svalutazioni immateriali pesano sul 2018

Il board di Csp International ha approvato il bilancio consolidato al 31 dicembre 2018.

Dal 1° gennaio 2018 è stato applicato per la prima volta il principio contabile internazionale IFRS 15 e il gruppo ha deciso di utilizzare il metodo dell’applicazione retrospettiva, effettuando il restatement dell’esercizio 2017 posto a confronto con l’esercizio al 31 dicembre 2018.

Inoltre, si segnala che nell’esercizio 2018 l’impairment test effettuato sul piano industriale 2019-2023 ha evidenziato perdite di valore che hanno comportato la svalutazione dell’attivo immateriale della capogruppo per 9,6 milioni e che hanno inciso sul risultato netto del gruppo

I ricavi sono calati del 6,8% a 11,6 milioni, rispetto ai 119,7 milioni restated del 2017.

Dall’analisi merceologica, le vendite della Calzetteria, che impattano per circa il 59% sul giro d’affari complessivo, si attestano a 65,8 milioni (-14,4%) risentendo principalmente della contrazione delle vendite sul mercato francese e italiano.

Le vendite di Corsetteria e Costumi da bagno, che pesano per il 22% sul fatturato totale  sono pari a 24,6 milioni (25,7 milioni di euro nel 2017 restated). Infine, i ricavi Intimo e Maglieria, che rappresentano circa il 29% delle vendite complessive, sono pari a 21,1 milioni (+23,4%).

In merito ai marchi, lo sfavorevole contesto nazionale e internazionale ha influito sulle performance dei principali marchi del Gruppo (Well, Le Bourget, Oroblu), cosi come dei marchi Lepel e Perofil.

Le vendite degli Altri marchi di proprietà, che pesano per il 10,1% sul giro d’affari complessivo, sono ammontate a 11,3 milioni, in linea con gli 11,5 milioni nel 2017 restated. I Marchi di terzi, pari al 2,3% del fatturato totale, hanno registrato ricavi pari a 2,6 milioni (1 milione nel 2017 restated).

A livello geografico, la Francia, mercato di riferimento del gruppo con un impatto del 53,9% sul giro d’affari complessivo, ha realizzato ricavi per 60,2 milioni (67,5 milioni il dato 2017 restated). L’Italia, che rappresenta il 31,7% delle vendite totali, ha riportato ricavi per 35,4 milioni, sostanzialmente in linea con il dato 2017 restated (35,3 milioni). In Europa le vendite sono scese del 4,9% a 13,7 milioni, mentre nel Resto del Mondo sono calate dell’8% a 2,3 milioni.

L’Ebitda scende del 58,7% a 2,6 milioni, riportando una marginalità in calo del 2,6% ed una marginalità relativa di 2,3 punti percentuali.

L’Ebit passa in negativo per 10,4 milioni (+3,1 milioni nel 2017), dopo aver spesato ammortamenti per 3,4 milioni (+6,4%) e accantonamenti per 9,6 milioni. Al netto delle suddette svalutazioni, l’Ebit adjusted ammonta a -0,8 milioni.

Dopo aver spesato imposte per 1,2 milioni, il risultato netto di gestione si esprime in una perdita di 11,7 milioni, a fronte di un valore positivo per 1 milione nell’esercizio precedente. Il risultato netto adjusted è negativo per 2,2 milioni.

Dal lato patrimoniale, al 31 dicembre 2018 la liquidità finanziaria netta ammonta a 6,1 milioni (5,6 milioni a fine 2017).