Moda – Kering: Gucci spinge i conti del 2018

Kering nell’esercizio 2018 ha realizzato ricavi pari a 13,7 miliardi (+26,3% a/a), un Ebitda di 4,4 miliardi (+42% a/a) e un risultato netto di 3,8 miliardi (1,9 miliardi nel 2018). Al 31 dicembre 2018 l’indebitamento finanziario netto era pari a 2,3 miliardi.

Kering SA è una società con sede in Francia che opera in tutto il mondo nei settori della moda e del lusso, ivi inclusi i segmenti pelletteria, gioielli e orologi, attraverso un portafoglio di brand che comprende Gucci, Bottega Veneta, Yves Saint Laurent, Balenciaga, Alexander McQueen, Stella McCartney, Pomellato, Christopher Kane, Brioni, Boucheron, Qeelin e UlysseNardin.

Fa parte dell’offerta del Gruppo anche l’abbigliamento sportivo e relativi accessori tramite il marchio Volcom.

Breakdown Ricavi

Nell’esercizio 2018 Kering ha visto i ricavi crescere del 26,3% a 13,7 miliardi grazie soprattutto alla performance di Gucci (60,6% del fatturato consolidato) che registra un +33,4% a 8,3 miliardi.

Positivo anche l’andamento di Yves Saint Laurent che avanza del 16,1% a 1,7 miliardi (12,8% del totale) mentre, al contrario, Bottega Veneta arretra del 5,7% a 1,1 miliardi (8,1% del totale).

Gli altri brand, complessivamente pari al 15,4% dei ricavi realizzano un +29,8% a 2,1 miliardi.

Da un punto di vista geografico l’Europa Occidentale rappresenta il 32,7% dei ricavi (4,5 miliardi, +23,4%), il Nord America incide per 19,8% (2,7 miliardi, +31,9%) e il Giappone per l’8,5% (1,2 miliardi, +20,4%). Rilevante anche l’apporto della regione APAC con i suoi 4,4 miliardi (+29,7%), corrispondenti al 32,3% del totale consolidato.

Il conto economico

La crescita dei ricavi determina l’aumento sia dell’Ebitda (+42% a 4,4 miliardi) sia dell’Ebit (+47,3% a 3,7 miliardi).

La performance è riconducibile principalmente a Gucci, il cui Ebit cresce del 54,2% da 2,1 miliardi a 3,3 miliardi (88% del totale).

Migliora anche la marginalità, con l’Ebitda margin che passa dal 28,9% del 2017 al 32,5% dell’esercizio appena concluso e con l’Ebit margin che sale dal 23,4% al 27,2 per cento.

Infine, l’apporto delle discontinued operations (113,2 milioni nel 2017 e 1,1 miliardi nel 2018) fornisce un ulteriore contributo all’espansione dell’utile netto che si attesta a 3,8 miliardi (27,5% dei ricavi), raddoppiato rispetto agli 1,9 miliardi dell’esercizio precedente (17,2% del fatturato).

Lo stato patrimoniale

La struttura finanziaria vede il patrimonio netto passare dai 12,6 miliardi del 31 dicembre 2017 (con ratio Total Asset/Equity del 2,03x) ai 10,1 miliardi del 31 dicembre 2018 (con ratio Total Asset/Equity dell’2,12x).

Anche l’indebitamento finanziario netto diminuisce dai 3,4 miliardi di fine 2017 ai 2,3 miliardi di fine 2018, con la componente a breve della pfn che presenta un saldo positivo di 907milioni (positivo per 829 milioni al 31 dicembre 2017).

La diminuzione dell’indebitamento finanziario netto e la crescita dell’Ebitda determinano il miglioramento del rapporto Net debt / Ebitda da 1,09x a 0,51x mentre la contrazione del patrimonio netto frena il calo del ratio Net debt / Equity che comunque passa da 0,27x a 0,23x.

Infine, l’espansione dell’utile netto contribuisce alla crescita del roe dal 14,8% al 37,3 per cento.

I flussi di cassa

I flussi di cassa operativi nel 2018 sono stati pari a 3,8 miliardi, già inclusivi dei 516 milioni liberati dalla variazione del capitale circolante netto,e sono stati principalmente utilizzati nell’attività di investimento (891,6 milioni netti), nella distribuzione di dividendi (780,4 milioni) e nel pagamento di interessi (192,4 milioni).

Previsioni degli analisti

In base ai dati raccolti da Bloomberg, le view degli analisti sull’azione ordinaria possono essere così sintetizzate:

Andamento dell’azione ordinaria

Il titolo, che aveva iniziato l’anno a 392 euro, ha vissuto una prima parte del 2018 all’insegna degli acquisti che l’hanno spinto fino ai 522 euro del 15 giugno 2018, per poi subire un brusco rintracciamento che il 23 ottobre 2018 ha riportato l’azione a 353 euro, sui minimi da ottobre 2017.

È quindi ripreso il movimento rialzista, iniziato a metà 2016, che ha condotto il titolo sui 527 euro attuali segnando così un nuovo massimo storico.