Lo scorso mese, il principale indice di piazza Affari ha guadagnato il 2,8%, registrando così il quarto rialzo mensile consecutivo e archiviando il periodo gennaio-aprile con una performance borsistica da primato, pari al +19,4 per cento. Sulla scia di questi numeri il Ftse Mib è già riuscito a far dimenticare il brutto risultato (-16,1%) portato a casa nell’intero 2018.
Nonostante il saldo mensile positivo, ad aprile il principale indice del listino milanese è stato però fanalino di coda in Europa, dato che nello stesso periodo il Dax di Francoforte ha registrato +8,6%, l’Eurostoxx 50 +6,3%, il Cac40 di Parigi +6,0%, lo Smi di Zurigo +4,8%, l’Ibex di Madrid +4,0% e il Ftse 100 di Londra +2,9%. Dominio indiscusso del toro anche fuori dal vecchio Continente, con lo statunitense Nasdaq Composite (+5,9%) che è stato il migliore paniere dell’azionario, seguito dagli altri due principali indici equity a stelle e strisce, cioè l’S&P 500 (+5,2%) e il Dow Jones (4,3%). In progresso anche il Nikkei di Tokyo (+2,9%) e il CSI 300 di Shenzhen che, però, si è dovuto accontentare del +1,1%, dopo che marzo era stato archiviato con un +5,5 per cento.
Anche il mese scorso il rialzo del Ftse Mib, ma anche delle altre Borse mondiali, è maturato in un contesto di sostanziale Risk on sulla scia della decisione della Federal Reserve e della Banca centrale europea di evitare un ulteriore restringimento della politica monetaria, ma anche delle importanti misure adottate dal governo cinese per sostenere l’economia dopo il forte rallentamento registrato nel corso del 4° trimestre del 2018. A spingere i listini internazionali ci hanno poi pensato anche le buone trimestrali della Corporate a stelle e strisce, insieme ai positivi dati macro pubblicati ad aprile sulle due sponde dell’Atlantico che hanno evidenziato il buono stato di salute della locomotiva statunitense e il miglioramento della congiuntura in Europa, con l’Italia che nel 1° trimestre del 2019 è uscita dalla recessione tecnica, registrando un incremento del Pil dello 0,2% su base congiunturale e dello 0,1% su base tendenziale.
Al di fuori dell’azionario, lo scorso mese il prezzo del petrolio ha messo a segno un nuovo rialzo (+8,6% per il Crude Oil), l’euro si è indebolito rispetto al dollaro statunitense (-0,7%) e i rendimenti sui titoli di Stato sono tornati a salire. In particolare, lo yield del Btp a 10 anni ha concluso il 30 aprile le contrattazioni al 2,553% rispetto al 2,443% dello scorso 29 marzo (1,78% il 30 aprile del 2018) con il differenziale di rendimento, cioè lo spread, con il Bund di pari durata in rialzo a 254 punti base (122 punti base il 30 aprile del 2018).
Passando all’analisi del comportamento tenuto dai 40 titoli che compongono il paniere delle Big Cap italiane emerge che 26 hanno concluso le contrattazioni di martedì su livelli di prezzo superiori a quelli registrati lo scorso 29 marzo, 3 sono rimasti sostanzialmente invariati e 11 si sono attestati su livelli inferiori (utility, oil & gas e salute). Numeri che sono peggiori rispetto a quelli rilevati nel precedente mese di marzo, dato che ben 31 avevano avuto una performance mensile positiva, 1 era rimasto sostanzialmente invariato e 8 si erano attestati alla fine di marzo su livelli di prezzo inferiori a quelli dello scorso 28 febbraio.
Il migliore risultato di aprile all’interno del Ftse Mib è stato portato a casa da STMicroelectronics (+24,3%) che a marzo aveva lasciato sul terreno l’8,4 per cento. A trainare le quotazioni dei titoli del leader europeo dei semiconduttori le parole del Ceo, Jean-Marc Chery, relative al miglioramento dei risultati nella seconda parte dell’anno in corso grazie al recupero rilevato nei segmenti Industrial, Automotive e Personal Electronics. Gli investitori hanno così snobbato i numeri del 1° trimestre 2019 di STMicroelectronics che hanno evidenziato un calo dei ricavi del 6,7% su base annua e un crollo dell’utile netto del 25,5% rispetto allo stesso periodo del 2018.
Alle spalle dei titoli del colosso dei chip, lo scorso mese si è posizionata Azimut Holding (+18,8%), anche grazie alla conferma da parte del management della previsione di un utile netto di almeno 300 milioni di euro per il 2019 nel corso dell’assemblea che ha approvato il bilancio dello scorso esercizio. Inoltre, il rally delle quotazioni dei titoli del gruppo presieduto da Pietro Giuliani (+88,8% da inizio anno) è proseguito per via delle attese positive sulla prossima trimestrale che sarà pubblicata il 9 maggio.
Sul terzo gradino del podio di questa speciale graduatoria all’interno del Ftse Mib Ubi Banca (+17,9%) che ha così fatto dimenticare la debole performance borsistica registrata a marzo. Ricordiamo che il gruppo guidato da Victor Massiah pubblicherà i numeri relativi ai primi tre mesi dell’anno in corso il prossimo mercoledì, con il dividendo relativo all’esercizio 2018, pari a 0,12 euro, che sarà staccato il prossimo 20 maggio.
Il peggior risultato borsistico di aprile all’interno del Ftse Mib è stato portato a casa dalla Juventus (-16,8%) dopo l’exploit registrato a marzo (+26%). A pesare sulle quotazioni dei titoli della squadra calcistica bianconera, soprattutto l’eliminazione dalla Champions League nei quarti di finale contro l’Ajax di Amsterdam, avvenuta la sera dello scorso 16 aprile. Una sconfitta che non ha consentito al team guidato da Massimiliano Allegri d’incassare i premi in denaro previsti dalla Uefa per il passaggio del turno della principale competizione calcistica europea e d’approdare alla semifinale dove avrebbe incontrato il Tottenham Hotspur di Londra.