Servizi Finanziari (-0,7%) – Tengono Azimut (+0,1%) e Banca Generali (0,0%)

Il Ftse Italia Servizi Finanziari chiude con un ribasso dello 0,7% e in direzione opposta rispetto all’omologo europeo (+0,4%), risentendo della seduta fiacca del comparto bancario (-0,1%) e muovendosi in controtendenza rispetto al Ftse Mib (+0,4%).

Sullo sfondo permangono i timori per la frenata della crescita mondiale, aspettando che Stati Uniti e Cina possano effettivamente giungere ad un’intesa sulla tematica commerciale, a cui si potrebbe arrivare nelle prossime settimane, dopo i summit tra i rispettivi esponenti di alto livello fissati questa settimana e la prossima.

Invariata la situazione sul fronte Brexit. Si ricorda che il Consiglio UE ha concesso un rinvio flessibile dell’uscita del Regno Unito fino al prossimo 31 ottobre. In questo lasso di tempo il primo ministro britannico, Theresa May, dovrà fare in modo che il parlamento inglese dia l’ok all’intesa.

In merito all’Italia, la stima preliminare dell’Istat ha evidenziato che nei primi tre mesi del 2019 il Pil è cresciuto dello 0,2% rispetto al periodo precedente, dopo che gli ultimi due trimestre del 2018 avevano messo in luce una lieve flessione (tutti e due a -0,1%), determinando l’entrata in recessione tecnica.

“In un clima di cauto ottimismo, il dato del primo trimestre lascia intravedere che la previsione di crescita annuale (+0,2% in termini reali) indicata nel Def possa essere raggiunta e anche superata se il contesto internazionale sarà moderatamente favorevole”, ha affermato l’inquilino del Tesoro, Giovanni Tria.

La seduta incolore del settore creditizio ha impattato anche sui titoli dell’asset management, tra i quali mostrano una buona tenuta Azimut (+0,1%) nel Ftse Mib, dopo che il presidente Pietro Giuliani in un’intervista ha ribadito di aspettarsi un utile netto superiore a 300 milioni nel 2019, e Banca Generali (0,0%), sempre nel listino principale.

In rosso Exor (-1,1%), mossasi in scia all’andamento sottotono delle principali controllate quotate.

Tra le Mid Cap, frena Banca Ifis (-3,2%), con Luciano Colombini che nei giorni scorsi è stato nominato nuovo Ad. Risalgono di poco doBank (+0,3%), il cui Ad Andrea Mangoni ha fatto presente che le aggregazioni non sono una priorità, e Cerved (+0,2%), con Andrea Mignanelli che nei giorni scorsi ha assunto la carica di Ceo.

Si interrompe nuovamente il tentativo di rimbalzo di Nexi (-1,7%), con il fondo Gic di Singapore che al 26 aprile deteneva il 3,19 per cento.

Tra le Small Cap tornano le vendite su Banca Intermobiliare (-2,1%), la cui l’assemblea martedì ha eletto il nuovo cda. Bene DeA Capital (+1,3%), che punta ad espandersi ancora nel real estate in Europa.