Banche (-0,2%) – Acquisti su UniCredit (+0,4%)

Il Ftse Italia Banche chiude con una lieve flessione dello 0,2% e in linea all’analogo europeo (-0,2%), frenando anche il Ftse Mib (-0,8%).

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, in attesa che Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale, a cui si potrebbe giungere entro i prossimi 15 giorni, dopo i vertici tra i rispettivi rappresentanti svoltisi questa settimana e in programma la prossima.

Nel frattempo, la Fed ha lasciato invariati i tassi di interesse, confermando un atteggiamento “paziente” ma lasciando intendere che quest’anno non ci saranno però delle riduzioni dei tassi.

Piatta la situazione sul fronte Brexit. Si ricorda che il Consiglio UE ha concesso un rinvio flessibile dell’uscita del Regno Unito fino al prossimo 31 ottobre. In questo lasso di tempo il premier inglese, Theresa May, dovrà fare in modo che il parlamento britannico approvi l’accordo.

Per quanto riguarda l’Italia, la stima preliminare dell’Istat ha messo in luce che nel primo trimestre 2019 il Pil è salito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, dopo che gli ultimi due trimestri del 2018 avevano registrato una leggere contrazione (entrambi -0,1%), causando l’ingresso in recessione tecnica.

L’indice Pmi manifatturiero italiano è aumentato ad aprile a 49,1 punti dai 47,4 di marzo, il dato migliore da dicembre, anche se ancora sotto la soglia di 50 punti, che separa la contrazione dall’espansione.

Il comparto bancario, grazie anche alla sostanziale stabilità dello spread Btp-Bund in area 255 pb (fonte Mts Markets), ha chiuso con un moderato guadagno. Il tutto in attesa che nei prossimi giorni entri nel vivo la tornata delle trimestrali.

Andamento contrastato per i titoli del Ftse Mib, tra i quali si mette in evidenza UniCredit (+0,4%), grazie anche alla conferma della raccomandazione d’acquisto da parte di alcuni broker.

Contiene il calo Intesa Sanpaolo (-0,4%), il cui appena riconfermato Ceo Carlo Messina ha ribadito come l’utile netto quest’anno salirà ulteriormente e che la banca è fuori da un eventuale consolidamento italiano ed europeo.

Sul Mid Cap ok Credem (+0,4%), mentre rallentano Popolare Sondrio (-0,6%), che non valuterà un’aggregazione, e Mps (-0,7%), il cui Ceo Marco Morelli ha fatto riferimento a possibili scenari di aggregazione nei giorni scorsi.

Tiene botta Creval (0,0%), il cui management sta lavorando al nuovo piano che sarà pronto entro il primo semestre, con al centro le Pmi e la gestione del risparmio, mentre la banca intende andare avanti per via organica al momento.

Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con BlackRock che, in vista della scadenza di metà maggio per la presentazione dell’offerta, secondo la stampa avrebbe raggiunto un’intesa con il Fitd per la conversione del bond, mentre vengono smentiti i rumor sul piano per la banca e Moody’s rinvia l’attribuzione del rating.

Acquisti su Banca Finnat (+0,3%), che conferma la leadership nell’assistenza alle Pmi da quotare all’Aim.