Servizi Finanziari (-0,8%) – In evidenza Banca Generali (+0,7%)

Il Ftse Italia Servizi Finanziari chiude con un ribasso dello 0,8% e allineato all’omologo europeo (-0,4%), risentendo della seduta sottotono del comparto bancario (-0,2%) e uniformandosi al Ftse Mib (-0,8%).

Sullo sfondo permangono i timori per la frenata della crescita mondiale, aspettando che Stati Uniti e Cina possano effettivamente giungere ad un’intesa sulla tematica commerciale, a cui si potrebbe arrivare nei prossimi 15 giorni, dopo i summit tra i rispettivi esponenti di alto livello avvenuti questa settimana e fissati per la prossima.

Intanto, la Fed ha mantenuto fermi i tassi di interesse, confermando un atteggiamento “paziente” ma lasciando capire che nel 2019 non verranno però effettuati però dei tagli dei tassi.

Invariata la situazione sul fronte Brexit. Si ricorda che il Consiglio UE ha concesso un rinvio flessibile dell’uscita del Regno Unito fino al prossimo 31 ottobre. In questo lasso di tempo il primo ministro britannico, Theresa May, dovrà fare in modo che il parlamento inglese dia l’ok all’intesa.

In merito all’Italia, la stima preliminare dell’Istat ha evidenziato che nei primi tre mesi del 2019 il Pil è cresciuto dello 0,2% rispetto al periodo precedente, dopo che gli ultimi due trimestre del 2018 avevano messo in luce una lieve flessione (tutti e due a -0,1%), determinando l’entrata in recessione tecnica.

L’indice Pmi manifatturiero italiano è salito ad aprile a 49,1 punti dai 47,4 di marzo, il dato migliore da dicembre, anche se ancora sotto la soglia di 50 punti, che separa la contrazione dall’espansione.

La resistenza mostrata dal settore creditizio ha impattato solo il minima parte incolore sui titoli dell’asset management, tra i quali gli acquisti premiano Banca Generali (+0,7%) nel Ftse Mib, che rafforza il rialzo di martedì. Prese di beneficio su Fineco (-2,6%), che nelle settimane scorse aveva raggiunto i massimi storici, sempre nel listino principale.

In rosso Exor (-1,6%), mossasi in scia all’andamento sottotono delle principali controllate quotate.

Tra le Mid Cap, ancora realizzi su Banca Ifis (-2,9%), con Luciano Colombini che nei giorni scorsi è stato nominato nuovo Ad. Frenano doBank (-1,3%), il cui Ad Andrea Mangoni ha fatto presente che le aggregazioni non sono una priorità, e Cerved (-2,1%), con Andrea Mignanelli che nei giorni scorsi ha assunto la carica di Ceo.

Nuovo tentativo di rimbalzo per Nexi (+2,3%), con il fondo Gic di Singapore che al 26 aprile deteneva il 3,19 per cento.

Tra le Small Cap recupera di poco Banca Intermobiliare (+0,3%), la cui l’assemblea ha eletto il nuovo cda, con Claudio Moro nominato nuovo Ad. Stop per DeA Capital (-0,1%) dopo gli ultimi rialzi, con il gruppo che punta ad espandersi ancora nel real estate in Europa.