Avvio di contrattazioni sotto pressione per il comparto bancario a Piazza Affari. Intorno alle 09:35 il Ftse Italia Banche segna un ribasso dell’1,9% per cento.
L’andamento, come quello di tutto il resto del listino, risente delle nuove incertezze legate al possibile raggiungimento di un accordo commerciale tra Usa e Cina dopo che il presidente americano, Donald Trump, ha minacciato di raddoppiare dal 10% al 25% i dazi su import made in China per 200 miliardi di dollari, dato che i negoziati procedono troppo lentamente.
La performance risente anche della risalita dello spread in area 260 pb dai 255 pb della settimana scorsa (fonte Mts Markets), con l’attenzione del mercato che resta anche sui conti pubblici italiani.
Domani la Commissione Europea pubblicherà le nuove proiezioni per il 2019 su crescita del Pil, che secondo le indiscrezioni per l’Italia potrebbe essere ulteriormente limata al +0,1% dal +0,2% attuale (quest’ultimo lo stesso tasso previsto dal Governo, e sul rapporto deficit/Pil, che potrebbe salire al 2,6% (2,4% le stime dell’esecutivo).
Il tutto dopo che il primo ministro austriaco, Sebastain Kurz, in un’intervista a La Stampa, ha invocato delle sanzioni per i Paesi che sforano le regole europee.
Vendite su tutti i titoli del Ftse Mib, con Ubi (-1,4% a 2,68 euro), Banco Bpm (-1,8%% a 2,08 euro), Bper (-1% a 4,16 euro), UniCredit (-2,3% a 11,95 euro), Intesa Sanpaolo (-1,7% a 2,28 euro) e Mediobanca (-2% a 9,26 euro).
Stesso copione sul Mid Cap, con Mps (-2,4% a 1,33 euro), Creval (-1,6% a 0,0699 euro), Popolare Sondrio (-1,4% a 2,36 euro) e, in misura minore, Credem (-0,4% a 5,09 euro).