Campari – Crescono oltre le attese i margini operativi adjusted nel 1Q 2019

Nel primo trimestre 2019 il gruppo ha realizzato ricavi pari a 370,1 milioni, in aumento del 10,1% su base annua e superiori del 3,2% rispetto al consensus. Una dinamica che ha mediato da un lato una crescita organica del 9,6% e un effetto cambi positivo (+2,6%) dall’altro la variazione del perimetro (-2%), dovuto all’effetto residuale della conclusione di alcuni accordi distributivi.

L’andamento del fatturato si è amplificato a livello di margini operativi, con l’Ebitda adjusted e l’Ebit adjusted aumentati rispettivamente del 19,9% a 89,6 milioni e del 18,7% a 72,5 milioni, battendo le attese degli analisti del 6,4% e del 10,6 per cento.

Il tutto nonostante ammortamenti aumentati del 25,7 per cento.

La gestione finanziaria passa da -6,3 milioni a -8,6 milioni.

Il gruppo ha registrato oneri non ricorrenti pari a 0,8 milioni, principalmente dovuti ad accantonamenti per operazioni di ristrutturazione avviate nel 2018. Importo che si confronta con proventi non ricorrenti pari a 21,6 milioni del primo trimestre 2018, principalmente riferiti alla plusvalenza derivante dalla cessione del business Lemonsoda, al netto di accantonamenti per progetti di ristrutturazione.

Tutto ciò si è riflesso sull’utile ante imposte, diminuito del 17,4% a 63,2 milioni.

Escludendo suddette poste straordinarie tale aggregato ha registrato un incremento del 16,5% a 63,9 milioni.

Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si è fissato a 893,9 milioni, in aumento di 47,6 milioni rispetto a fine anno 2018, a seguito tra l’altro della prima applicazione dello standard contabile IFRS 16-‘Leases’ che ha pesato per 83,3 milioni, assorbendo la generazione di cassa.

Il management ha confermato le previsioni per il 2019.

La performance organica delle vendite continuerà a essere sostenuta dallo sviluppo positivo del business, nonostante gli incerti scenari geopolitici e macroeconomici, mentre il suo andamento rifletterà differenti basi di confronto durante il corso dell’anno.

Inoltre, i principali brand a priorità globale e regionale a elevata redditività nei mercati sviluppati chiave del gruppo continueranno a supportare miglioramenti nel mix di vendita e l’espansione organica del margine lordo, più che compensando l’effetto negativo del prezzo d’acquisto dell’agave che rimarrà elevato per via del trend sostenuto nella categoria della tequila.

I vertici del gruppo prevedono poi che il trend di espansione organica del Ebit su base annuale potrà proseguire in linea con l’anno precedente, supportato dall’espansione del margine lordo, dopo i reinvestimenti nel business, in particolare sul potenziamento delle strutture commerciali on-premise e lo sviluppo di brand house.

Guardando invece ai risultati complessivi, gli effetti cambio e perimetro, guidati dalla continua volatilità di alcune valute e dall’effetto residuale delle transazioni avvenute nell’anno precedente, avranno un impatto meno sfavorevole nel corso dell’anno rispetto al 2018.

Inoltre, nel 2019 l’utile netto dovrebbe beneficiare di rettifiche nette positive per circa 14 milioni, legate ai risparmi fiscali legati al regime Patent box implementato in Italia, per il quinto e ultimo esercizio, per un importo stimato in linea con il 2018 e pari a circa 26 milioni. Risorse che più compensano abbondantemente accantonamenti previsti per il completamento di progetti di riorganizzazione per circa 16 milioni e i relativi effetti fiscali stimati a circa 4 milioni.