Banche (-2,7%) – Ancora in rosso Big e Mid Cap

Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso del 2,7% e in linea all’analogo europeo (-2,4%), rallentando anche il Ftse Mib (-0,9%).

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, alimentate dall’aumento dell’incertezza sul fatto che Stati Uniti e Cina possano arrivare ad un accordo commerciale, dopo che il presidente americano, Donald Trump, ha minacciato di raddoppiare i dazi su 200 miliardi di import cinesi, dato che i progressi sono troppo lenti, aspettando i nuovi colloqui di questa settimana.

Piatta la situazione sul fronte Brexit. Si ricorda che il Consiglio UE ha concesso un rinvio flessibile dell’uscita del Regno Unito fino al prossimo 31 ottobre. In questo lasso di tempo il premier inglese, Theresa May, dovrà fare in modo che il parlamento britannico approvi l’accordo.

Per quanto riguarda l’Italia, la stima preliminare dell’Istat ha messo in luce che nel primo trimestre 2019 il Pil è salito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, dopo che gli ultimi due trimestri del 2018 avevano registrato una leggere contrazione (entrambi -0,1%), causando l’ingresso in recessione tecnica.

Le nuove proiezioni sulla crescita e sui saldi di finanza pubblica sull’Italia da parte della Commissione Europea per il 2019 hanno ridotto da +0,2% a +0,1% l’aumento del Pil, mentre il rapporto deficit/Pil è previsto salire al 2,5 per cento.

Le stime Ue veramente corrispondono alle previsioni fatte nel nostro Def quindi ce l’aspettavamo. Sembra che ci sia un leggero minore ottimismo per l’anno prossimo ma c’è da tenere presente che le previsioni della Commissione sono state chiuse prima dei dati del primo trimestre del Pil italiano, che non erano negativi”, ha affermato l’inquilino del Tesoro, Giovanni Tria.

Sul comparto bancario, anche per effetto della risalita dello spread Btp-Bund in area 265 pb (fonte Mts Markets), sono prevalse ancora le vendite. Il tutto dopo che ieri è entrata nel vivo la tornata dei risultati del primo trimestre, che proseguirà oggi e nei prossimi giorni.

In rosso tutti i titoli del Ftse Mib, inclusa Intesa Sanpaolo (-2,1%), nonostante la buona trimestrale riportata, con il Ceo Carlo Messina che ha ribadito che l’utile netto 2019 salirà e fatto presente che una decisione sugli Utp sarà presa tra giugno e luglio.

Lettera su UniCredit (-3,2%), che ha posto le basi per l’indipendenza di Fineco, di cui cederà il 17% del capitale tramite un accelerated bookbuilding. In vista del nuovo piano, la banca il cui cda si riunisce oggi per approvare i risultati dei primi tre mesi, attuerà anche un’altra serie di misure finanziarie, oltre a quella su Fineco.

Sul Mid Cap lettera su Credem (-2%), Popolare Sondrio (-2,4%), Creval (-4,1%) e Mps (-2,4%), in attesa dei conti.

Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, in attesa che BlackRock presenti l’offerta entro il 17 maggio e con il cda del Fitd che ha dato l’ok alla conversione del bond all’interno di un aumento di capitale da circa 720 milioni.

Tiene botta Banca Finnat (-0,3%), che sta confermando la leadership nell’assistenza alle Pmi da quotare all’Aim.