Banco Bpm – Escono i direttori della vicenda diamanti

Il consiglio di amministrazione di Banco Bpm ha preso atto, in una riunione tenutasi ieri, delle dimissioni del direttore generale della banca, Maurizio Faroni, rassegnate “per giusta causa essendo venuto meno da parte mia il rapporto di fiducia”.

Il board ha inoltre deliberato la risoluzione del rapporto di lavoro dell’ex responsabile pianificazione e marketing retail, Pietro Gaspardo, e ha preso atto delle intervenute dimissioni dell’ex responsabile compliance, Angelo Lo Giudice, per pensionamento e con decorrenza 1° maggio 2019.

Faroni e gli altri due dirigenti erano stati sospesi dal servizio lo scorso mese di febbraio, dopo che erano stati coinvolti dalle indagini della Procura di Milano sulla vicenda dei diamanti venduti agli sportelli di alcune banche italiane, tra cui Banco Bpm.

La vicenda aveva portato al sequestro preventivo da parte della Guardia di Finanza di 84,6 milioni presso la banca. Le indagini riguardano fatti svolti tra il 2003 e il 2016 e dunque prima della fusione tra Banco Popolare, di cui Faroni era direttore finanziario dal 2009, e Banca Popolare di Milano.

Per fare fronte ai rischi relativi alla vicenda, Banco Bpm ha accantonato 318 milioni nel bilancio 2018.

Il consiglio, relativamente alle dimissioni del direttore generale e dei due dirigenti, non ha riconosciuto la sussistenza dell’asserita giusta causa e ha deliberato di formulare le opportune riserve in ordine all’applicazione delle previsioni di malus e di claw-back previste nelle politiche di remunerazione nei confronti del direttore generale e degli altri due dirigenti.

Per questo, sia la risoluzione del rapporto di lavoro del direttore generale che quella degli altri due dirigenti sopra citati non comportano l’erogazione di specifiche indennità o compensi.

Le deleghe attribuite al direttore generale vengono esercitate, a partire dalla data di efficacia del provvedimento di sospensione cautelare, dall’amministratore delegato della banca.