Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dello 0,4% e poco al di sotto dell’analogo europeo (0,0%), frenando anche il Ftse Mib (-0,1%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, alimentate dall’aumento dell’incertezza sul fatto che Stati Uniti e Cina possano arrivare ad un accordo commerciale, dopo che il presidente americano, Donald Trump, ha annunciato il raddoppio dei dazi su 200 miliardi di import cinesi, dato che i progressi sono troppo lenti, aspettando i nuovi colloqui di oggi e domani.
Piatta la situazione sul fronte Brexit. Si ricorda che il Consiglio UE ha concesso un rinvio flessibile dell’uscita del Regno Unito fino al prossimo 31 ottobre. In questo lasso di tempo il premier inglese, Theresa May, dovrà fare in modo che il parlamento britannico approvi l’accordo.
Per quanto riguarda l’Italia, la stima preliminare dell’Istat ha messo in luce che nel primo trimestre 2019 il Pil è salito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, dopo che gli ultimi due trimestri del 2018 avevano registrato una leggere contrazione (entrambi -0,1%), causando l’ingresso in recessione tecnica.
Le nuove proiezioni sulla crescita e sui saldi di finanza pubblica sull’Italia da parte della Commissione Europea per il 2019 hanno ridotto da +0,2% a +0,1% l’aumento del Pil, mentre il rapporto deficit/Pil è previsto salire al 2,5 per cento.
“Bisogna tornare con urgenza a politiche di bilancio prudenti. L’attuale strategia delle politiche di bilancio non sostiene la fiducia e non porta al risultato desiderato. Oltre ai fattori esterni vediamo che in Italia l’incertezza politica sta penalizzando la crescita”, ha affermato in un’intervista il vice presidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis.
Il comparto bancario, anche per effetto dell’ulteriore risalita dello spread Btp-Bund in area 270 pb (fonte Mts Markets) ha subito una nuova battuta d’arresto. Il tutto dopo che è entrata nel vivo la tornata dei risultati del primo trimestre.
Seduta mista per i titoli del Ftse Mib, tra i quali mette il turbo Ubi (+4,8%) dopo i risultati trimestrali migliori delle attese e contraddistinti dal buon andamento della gestione operativa. Ok Banco Bpm (+0,3%), che ha pubblicato i conti ieri dopo la chiusura, mentre tiene botta UniCredit (-0,1%), che ha ceduto sul mercato il 17% di Fineco e il cui cda ha approvato i conti ieri.
Sul Mid Cap lettera su Credem (-1,2%) e Mps (-1,3%), mentre resiste Popolare Sondrio (0,0%), con le tre banche tutte in attesa dei conti. Risale Creval (+1,9%), il cui board ha approvato ieri i risultati del primo trimestre.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, in attesa che BlackRock presenti l’offerta entro il 17 maggio e con il cda del Fitd che ha dato l’ok alla conversione del bond all’interno di un aumento di capitale da circa 720 milioni.
Lettera su Banca Finnat (-1,8%), il cui cda approverà i conti del primo trimestre la prossima settimana.