Tod’s archivia il primo trimestre 2018 con ricavi in calo del 4,3% a 216,4 milioni (-5,7% a 213,2 milioni a cambi costanti). Un dato inferiore (-1,2%) rispetto alle stime degli analisti raccolte da Bloomberg che prevedevano un fatturato pari a 219 milioni.
Come riscontrato negli scorsi anni, non è pienamente significativa l’analisi dei dati dei singoli trimestri, data la non perfetta omogeneità nei diversi mesi dell’anno dei ricavi dell’attività industriale.
Dall’analisi delle vendite per marchi, emerge la contrazione dei ricavi dei prodotti targati Tod’s (49% del fatturato totale), scesi dell’11% a 106,4 milioni (-12,7% a cambi costanti) e delle linee Hogan (25% del giro d’affari complessivo), in calo del 3,1% a 54 milioni (-3,5% a cambi costanti), che hanno risentito della debolezza del canale wholesale.
Andamento opposto per le vendite dei prodotti Roger Vivier (20% delle vendite totali) salite del 16,1% a 43,9 milioni (+13,7% a cambi costanti), in scia al riscontro positivo a livello internazionale del nuovo designer Gherardo Felloni.
A livello geografico emerge un trend negativo in gran parte dei mercati di riferimento, con l’unica eccezione della Greater China (23% del fatturato totale), in crescita del 3,1% a 50,2 milioni (+0,8% a cambi costanti).
Pesano in particolare i cali registrati in Italia (-9,4% a 63,6 milioni), primo mercato in termini di fatturato (29% dei ricavi), e in Europa che, escluso il mercato domestico, è passato da 57,6 milioni nel 1Q 2018 a 54,8 milioni (-4,9% a cambi costanti).
Le vendite nelle Americhe (7% del fatturato totale) sono scese dell’1,9% a 15,1 milioni (-6,3% a cambi costanti).
In calo anche le vendite nel Resto del Mondo (15% del giro d’affari complessivo), diminuite del 4,6% a 32,7 milioni (-8,3% a cambi costanti).
Per quanto riguarda la categoria di prodotto, da segnalare la contrazione delle vendite delle calzature (81% del fatturato totale), scese del 3,8% a 175,3 milioni (-5% a cambi costanti). Una dinamica che risente dell’impatto del canale wholesale.
Andamento analogo per i ricavi di pelletteria e accessori (13% del giro d’affari totale), scesi del 6,8% a 27,6 milioni (-9,7% a cambi costanti).
A livello di canale distributivo, nel corrente esercizio, il confronto con il 1Q 2018 è influenzato anche dall’acquisizione di Italiantouch (a partire dal 1° ottobre 2018, con la relativa parte dei ricavi e-commerce contabilizzata nei ricavi Retail, e non più nel canale wholesale).
Le vendite dei canali terzi (circa il 36% del fatturato totale) sono scese del 21,7% a 77,6 milioni (-22% a cambi costanti), risentendo anche della suddetta acquisizione e della conversione da franchising a DOS dei negozi in Australia.
Andamento opposto per i ricavi del canale retail, che impattano per il 64,1% del fatturato, saliti del 9,3% a 138,8 milioni (+7% a cambi costanti).
Al 31 marzo 2019, la rete distributiva del gruppo conta 283 DOS e 118 negozi in franchising, rispetto ai 276 DOS e 118 negozi in franchising a fine marzo 2018.
Diego Della Valle, presidente e Ad del gruppo, ha così commentato: “Il ritorno alla crescita dei ricavi del retail è un segnale positivo, che conferma la correttezza delle scelte strategiche fatte”.
“Con il progetto T Factory, ora in pieno svolgimento, stiamo realizzando tutte le azioni necessarie per accrescere ancora di più la visibilità e la desiderabilità dei nostri prodotti e per poter attrarre nuove fasce di consumatori. In questa logica va considerata la collaborazione stilistica per una capsule collection con Alber Elbaz, reputato uno degli stilisti più importanti, che potrà essere acquistata dal pubblico nei prossimi mesi e che tanto interesse ha già suscitato. Abbiamo iniziato il lancio, che proseguirà nei prossimi mesi del progetto No_Code, che per i suoi contenuti fortemente innovativi sta riscuotendo un ottimo successo, sia di visibilità che di vendite, in tutto il mondo e che supporteremo ancora fortemente, anticipando la strategia di marketing a suo tempo già pianificata” ha spiegato il manager.
E infine ha aggiunto: “Altro fatto rilevante riguarda l’apertura tra circa un mese di un nuovo punto vendita in Via Montenapoleone, che sarà un esempio di un nuovo modo di pensare ai negozi del futuro, trasformando il punto vendita in uno strumento di comunicazione e di servizi al cliente, tenendo conto di come il mondo della distribuzione sarà sempre più influenzato dall’omni-channel e dall’e-commerce”.