Saras ha chiuso i primi tre mesi del 2019 con ricavi consolidati in calo del 13% a 2.094 milioni e un Ebitda comparable diminuito del 68% a 22,8 milioni. Su entrambi ha pesato la performance debole della Raffinazione, penalizzata da un importante piano manutentivo volto a cogliere già a partire dalla seconda metà dell’anno i benefici dell’introduzione della normativa IMO 2020. Di conseguenza, l’Ebit comparable e il risultato netto comparable sono passati in negativo rispettivamente per 23,4 e 40,8 milioni. Dal lato patrimoniale la posizione finanziaria netta ante IFRS 16 è stata positiva per 48 milioni.
Nei primi tre mesi dell’anno i ricavi consolidati di Saras sono diminuiti del 13,4% a 2.094 milioni scontando il minore risultato della Raffinazione per un importante ciclo manutentivo, mentre negli altri business il fatturato è rimasto sostanzialmente stabile.
Inoltre, le quotazioni petroliferi si sono mostrate inferiori: le quotazioni della benzina si sono attestate su una media di 549 $/ton (vs 631 $/ton nel 1Q 18), mentre quelle del diesel sono state in media pari a 584 $/ton (vs 589 $/ton nel 1Q 18).
Di conseguenza, nella gestione operativa l’Ebitda comparable è diminuito del 68,2% a 22,8 milioni e l’Ebit comparable ha rilevato una perdita di 23,4 milioni, contro l’utile operativo di 29,8 milioni dell’anno precedente.
La redditività è stata anch’essa penalizzata dall’andamento della Raffinazione che riportato una perdita di 20,9 milioni, rispetto al risultato positivo per 9,1 milioni del 1Q 2018, principalmente dovuta a un importante e oneroso ciclo di manutenzione con un peso stimato in 50 milioni.
La parte più rilevante del piano manutentivo si è infatti svolta nei primi sei mesi dell’anno, rendendo Saras in grado di cogliere anticipatamente, già a partire dal secondo semestre, della prossima introduzione della normativa IMO sulle emissioni marittime.
Lo scenario di mercato, con una minore offerta che ha portato a una maggiore quotazione dei grezzi pesanti, ha visto invece l’EMC Benchmark attestarsi nel trimestre su una media di 1,1 $/bl contro gli 1,7 $/bl del 1Q 18.
Il margine di raffinazione di Saras, storicamente maggiore dell’EMC Benchmark, ha invece raggiunto i 2,5 $/bl, superiore di 1,4 $/bl rispetto all’EMC Benchmark ma inferiore ai 3,8 $/bl dell’anno precedente.
Nella prima parte dell’anno si è inoltre rilevato un indebolimento del crack spread della benzina a 2,6 $/bl dovuto all’importante attività di raffinazione di gennaio a fronte di consumi stagionalmente bassi, situazione parzialmente recuperata nei mesi successivi.
Questo scenario non è stato pienamente compensato dal miglioramento sui massimi degli ultimi quattro anni di quello del diesel a 15,2 $/bl, sostenuto da una robusta domanda legata al trasporto su gomma e al riscaldamento.
In calo anche il risultato della divisione Power che ha messo a segno un -30,3% a 37 milioni, appesantito dalla variazione negativa dei fair value sui derivati di copertura della CO2.
A livello reported, infatti, l’Ebitda ha riportato un incremento sostenuto dall’aumento della della tariffa CIP6/92, dalle minori fermate manutentive e dalla migliore performance operativa.
La divisione Marketing ha invece visto l’Ebitda comparable diminuire del 59% a 1,6 milioni, a causa dei minori margini sull’extra rete in Italia legati alla stagionalità, mentre il risultato del business Eolico si è ridotto del 21,7% a 3,6 milioni per effetto dei minori volumi.
il periodo si è chiuso con una perdita netta comparable di 40,8 milioni, rispetto all’utile di 8,5 milioni rilevato nel primo trimestre 2018, scontando anche maggiori perdite su inventari.
Dal lato patrimoniale la posizione finanziaria netta, al netto dell’applicazione del nuovo principio contabile IFRS 16, è risultata positiva per 48 milioni rispetto ai 46 milioni di fine 2018.
Al lordo di tale effetto, la posizione finanziaria netta risulta invece negativa per 4 milioni.