Pirelli ha alzato il velo sui risultati dei primi tre mesi dell’anno, evidenziando ricavi sostanzialmente stabili a 1.314 milioni (+0,3%) ed in linea alle attese (1.312 milioni il consensus).
Nella gestione operativa l’Ebitda adjusted, ante costi di start up, è cresciuto del 9,7% a 327 milioni, con un margine del 24,9% (+220 basis point) e leggermente al di sopra delle stime (323 milioni il consensus).
L’Ebit adjusted ante costi di start-up è invece aumentato del 9,5% a 316 milioni, con un’incidenza sul fatturato salita al 24% (+200 basis point) ed anch’esso lievemente meglio delle attese (311 milioni il consensus).
Il trimestre si è dunque chiuso con un utile netto dalle attività in funzionamento pari a 101 milioni, in crescita del 10,2% rispetto all’anno precedente e superiore ai 98 milioni del consensus.
Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto, al netto dell’impatto negativo per 474,3 milioni dell’applicazione dell’IFRS 16, è salito a 3.913 milioni rispetto ai 3.180 milioni di fine 2018 e ai 3.905 milioni stimati dagli analisti.
Infine, il management ha rivisto leggermente al ribasso la guidance sui ricavi, previsti ora in crescita tra il 3 e il 4 per cento (+4-6% in precedenza), confermando però l’incidenza dell’High Value al 67 per cento.
Rivista lievemente al rialzo invece il target sulla redditività con l’Ebit adjusted margin previsto superiore al 19% (circa 19% in precedenza).
Gli investimenti sono stati rivisti invece da 430 a 400 milioni mentre è stata confermato il rapporto tra posizione finanziaria netta ed Ebitda adjusted ante costi di start-up a 2,1x (2,3x includendo l’impatto dell’IFRS 16).