Il gruppo ha archiviato i primi tre mesi del 2019 con ricavi in calo del 2,3% a 37,6 milioni, complice il permanere di un contesto di mercato difficile in alcune aree in cui opera il gruppo. In calo la marginalità, con l’Ebitda che ha segnato un -14% a 6,6 milioni e l’Ebit un -26% a 3,4 milioni. L’utile netto è diminuito del 37% a 2,1 milioni. Rivisti leggermente al ribasso i target 2019.
Sabaf ha chiuso il primo trimestre 2019 con ricavi in calo del 2,3% a 37,6 milioni (-8,2% a parità di area di consolidamento), con il buon andamento in Nord e Sud America che non è riuscito a compensare la flessione del mercato mediorientale e italiano.
A livello di gestione operativa, la riduzione dei volumi di produzione, più che proporzionale al calo delle vendite, ha penalizzato la redditività.
L’Ebitda ha segnato un -14,3% a 6,6 milioni, con una marginalità al 17,6% (-250 punti base), mentre l’Ebit è diminuito del 26,4% a 3,4 milioni, con un ros all’8,9% (-290 punti base).
Il trimestre si è chiuso con un calo dell’utile netto del 36,9% a 2,1 milioni, complici anche perdite su cambi per 0,4 milioni rispetto a utili per 0,2 milioni nel pari periodo 2018 e nonostante un minor carico fiscale.
Dal lato patrimoniale, infine, l’indebitamento finanziario netto si è attestato a 48,5 milioni, in diminuzione rispetto ai 53,5 milioni al 31 dicembre 2018 per effetto del miglioramento del capitale circolante e dopo investimenti per 1,6 milioni.
Per il 2019 Sabaf stima di poter raggiungere vendite pari a 155-160 milioni (rispetto al range di 160-165 milioni comunicato in precedenza e ai 150,6 milioni nel 2018) e un Ebitda margin in linea o leggermente inferiore al 19,9% (rispetto alla precedente indicazione di una redditività superiore al 20%).