Equita Group ha archiviato il primo trimestre 2019 con un giro d’affari sceso a 12,6 milioni (-32,9% a/a). Il periodo si è chiuso con un utile netto di 2 milioni (-54,2% rispetto al primo trimestre 2018).
“Il primo trimestre del 2019 è da considerarsi un trimestre positivo se circostanziato all’area Global Markets e all’Alternative Asset Management: entrambe le aree hanno infatti visto una crescita dei ricavi netti a doppia cifra grazie alla capacità di Equita di consolidare la propria quota di mercato capitalizzando sui nuovi progetti avviati come quello del fixed income e di portare avanti con successo progetti come il lancio dei nuovi prodotti di asset management”.
È con queste parole che Andrea Vismara, Ad di Equita, ha commentato i risultati del primo trimestre 2019.
“Nonostante ciò, il trimestre è stato impattato negativamente dal difficile contesto di mercato dell’Investment Banking che a livello europeo ha visto più che dimezzarsi il numero di operazioni e controvalori di Equity Capital Markets e di M&A”, ha aggiunto il manager.
Il margine di intermediazione, nel primo trimestre 2019, è sceso a 12,6 milioni (-32,9% rispetto al periodo di confronto).
I ricavi dell’area investment banking sono calati a 2,1 milioni (-78,6% a/a) per via del contesto di mercato. Nel periodo infatti, a livello europeo, il controvalore delle operazioni M&A, equity capital market e debt capital market si è ridotto significativamente rispetto al primo trimestre 2018.
Il giro d’affari della divisione sales & trading è salito a 5,5 milioni (+14,7% su base annua), grazie all’integrazione del Retail Hub (il ramo d’azienda acquisito a maggio 2018 da Nexi) e alle iniziative volte a diversificare l’offerta e ad allargare la base clienti, che hanno permesso di più che compensare la riduzione dei volumi da trading azionario, mentre sono saliti quelli sul trading obbligazionario.
Il proprietary trading ha generato ricavi per 3,6 milioni (+3,8% rispetto al primo trimestre 2018), per effetto della crescita delle attività Client-Driven e Market Making sui titoli obbligazionari, parzialmente penalizzata dalla performance del trading direzionale.
I ricavi dell’area alternative asset management sono cresciuti a 1,4 milioni (+58% rispetto ai primi tre mesi del 2018), grazie al lancio di due nuovi fondi da parte dell’area di portfolio management. A gennaio 2019 è stata costituita la società veicolo Equita Capital Sgr e nel a febbraio è stata presentata a Banca d’Italia l’istanza di autorizzazione ad avviare le proprie attività.
I costi totali sono diminuiti a 9,8 milioni (-22,5% a/a). Le spese per il personale sono scese a 5,8 milioni (-38,1% su base annua), in seguito alla contrazione delle spese di performance, in parte assprbita da una maggiore componente fissa legata all’incremento di organico. Gli altri costi sono saliti a 4 milioni (+21,5% rispetto al periodo di confronto), per all’allargamento del perimetro di operatività generato dall’acquisizione del ramo Retail Hub e del Market Making da Nexi.
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 2 milioni (-54,2% rispetto al primo trimestre 2018).
Dal lato patrimoniale, a fine marzo il patrimonio netto si atteta a 82,1 milioni (+2,5% rispetto al 31 dicembre 2018).
L’incremento della voce altre attività, al 31 marzo 2019, è dovuto all’aumento delle immobilizzazioni materiali per via dell’adozione del principio contabile Ifrs16.
Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine marzo 2019 il Total Capital Ratio è pari al 24,43% (28,67% al 31 dicembre 2018).