Mattinata incerta per le principali piazze europee, con Milano più arretrata a causa di un ribasso tecnico dovuto allo stacco della cedola di metà dei titoli del Ftse Mib.
Intorno alle ore 11:55, Milano cede l’1,9% in area 20.700 punti. Una variazione interamente riconducibile al monte dividendi complessivo di 11,5 miliardi, staccato in giornata, che avrebbe dovuto avere un impatto negativo sul Ftse Mib superiore ai 2 punti percentuali.
Nel frattempo, il Dax di Francoforte lascia sul terreno lo 0,6%, il Cac40 di Parigi lo 0,8%, l’Ibex35 di Madrid lo 0,1% e il Ftse 100 di Londra lo 0,4 per cento.
l mercati continuano a scontare negativamente il clima di incertezza e tensione che sta caratterizzando la trattativa commerciale Usa-Cina. Stando alle ultime notizie, Pechino non sembrerebbe interessata a tornare al tavolo delle trattative nel breve termine dopo il bando ai prodotti Huawei imposto dall’amministrazione Trump la scorsa settimana.
Il presidente Donald Trump, ricordiamo, aveva inserito il colosso delle TLC cinesi all’interno di una lista di aziende con le quali le società americane non devono avere rapporti.
Una mossa che ha avuto già i suoi primi riflessi sul mercato con la decisione di Google di vietare alcuni aggiornamenti del proprio sistema operativo Android ai prodotti Huawei. I principali chipmaker Intel, Qualcomm e Broadcomm si sono uniti allineati alla decisione di Washington sospendendo le forniture di software e componenti nei confronti del gruppo con sede a Shenzhen.
Sul fronte macro, sono usciti questa mattina i prezzi alla produzione tedesca di aprile che hanno messo in evidenza un aumento dello 0,5% su base mensile (+0,3% il consensus) rispetto al -0,1% della rilevazione precedente, e un aumento del 2,5% su base annuale (+2,4% il consensus), rispetto al +2,4% di marzo.
Nel corso della settimana saranno annunciate le anticipazioni sui Pmi di maggio. L’attenzione degli operatori è rivolta inoltre verso la pubblicazione dei verbali delle ultime riunioni della Fed e Bce, nonché verso il voto clou delle elezioni europee il prossimo week end.
Tra le materie prime, in leggero rialzo le quotazioni del greggio, con il WTI e il Brent rispettivamente a 63,2 dollari al barile (+0,4%) e 72,56 dollari al barile (+0,5%). Dalla riunione di Jedda dell’Opec è emersa l’intenzione di estendere i tagli alla produzione fino alla fine dell’anno.
Sull’obbligazionario, il rendimento del decennale italiano si attesta al 2,65%, con il relativo spread verso il Bund tedesco a 274 punti base.
Sul forex, il cambio Eur/Usd e il cambio Usd/Yen si mantengo sostanzialmente stabili a 1,1163 e 110,06. La sterlina guadagna terreno rispetto alle altre divise con il cambio verso la moneta unica a 0,8752 e quello verso il biglietto verde a 1,2753.
Tornando a Piazza Affari, Enel guida il principale indice (+1,2%) seguita da Hera (+0,8) e Juventus (+0,8%). In coda Fca (-9%; +0,7% rettificato del dividendo straordinario di 1,3 euro per azione legato alla cessione di Magneti Marelli a Calsonic Kansei).
Lo stacco dividendi interessa anche A2a, Amplifon, Atlantia, Azimut, Banca Generali, Bper, Buzzi Unicem, Diasorin, Eni, Generali, Intesa Sanpaolo, Italgas, Leonardo, Moncler, Pirelli, Ferragamo, Tenaris, Ubi, Unipol e Unipolsai.