Banche (-4,9%) – Avvio di ottava influenzato dagli stacchi cedola

Il Ftse Italia Banche inizia l’ottava con un ribasso del 4,9%, in gran parte tecnico poiché diversi titoli hanno staccato la cedola; effetto che si è poi riflesso anche sul Ftse Mib (-2,7%). L’indice europeo ha lasciato sul terreno il 2,3 per cento.

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, alimentate dall’aumento dell’incertezza sul fatto che Stati Uniti e Cina possano arrivare ad un accordo commerciale, dopo il nuovo scontro a colpi di dazi reciproci, con le incertezze che prevalgono sulla prosecuzione dei negoziati.

Le nuove proiezioni sulla crescita e sui saldi di finanza pubblica sull’Italia da parte della Commissione Europea per il 2019 hanno ridotto da +0,2% a +0,1% l’aumento del Pil, mentre il rapporto deficit/Pil è previsto salire al 2,5%, alimentando ulteriormente l’attenzione del mercato sulla sostenibilità dei conti pubblici tricolore.

“Contano i fatti. E i fatti sono che il governo ha approvato all’unanimità il Def che ha incassato anche il placet del Parlamento. E nel Def è scritta nero su bianco la volontà dell’Italia di rispettare gli impegni presi sul contenimento di deficit e debito. Vale questo r alla fine lo spread non potrà non tenerne conto”, ha affermato in un’intervista il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.

“Il nostro debito è sostenibile. Come è dimostrato dal regolare successo delle nostre emissioni. E dai costi ancora relativamente contenuti di queste operazioni. I fondamentali della nostra economia sono sani. Il nostro spread è oggettivamente eccessivo rispetto sia a quello di altri Paesi dell’euro sia rispetto ai fondamentali sottostanti dell’economia italiana”, ha aggiunto l’inquilino del Tesoro.

Il comparto bancario, con lo spread Btp-Bund mantenutosi in area 280 (fonte Mts Markets), ha subito dunque soprattutto gli effetti tecnici legati allo stacco del dividendo di diversi titoli.

Sul Ftse Mib il calo tecnico legato allo stacco della cedola ha riguardato Intesa Sanpaolo (-8,9%), Bper (-6%) e Ubi (-4,4%).

Sul Mid Cap hanno staccato il dividendo Credem (-3,9%) e Popolare Sondrio (-2,9%). In rosso Creval (-2,2%) e Mps (-2,2%), con quest’ultima concentrata sulla prosecuzione del de-risking.

Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, mentre circolano nuovi rumor su potenziali operatori interessati alla banca, dopo che BlackRock che ha deciso di ritirarsi, e sul possibile destino dell’istituto. Nel frattempo, la famiglia Malacalza ha manifestato l’intenzione di appoggiare un’eventuale soluzione di mercato, mentre secondo le ultime notizie la Bce avrebbe concesso più tempo per trovare una partner.

Contiene il calo Banca Finnat (-0,6%), nonostante la buona performance operativa messa in luce nei giorni scorsi dai conti del primo trimestre.