UniCredit – Punta a aumentare il valore in Borsa per difendersi da mire speculative

Le recenti cessioni di UniCredit potrebbero essere suggerite dalla volontà di difendere la banca da eventuali mire da parte dei fondi attivisti suggerite dalla sottovalutazione del titolo.

La recente decisione, a sorpresa, di vendere una quota del 17% di Fineco, operazione che ha garantito all’istituto un incasso di un miliardo con una plusvalenza di 500 milioni, potrebbe essere stata infatti dettata da tale intento difensivo.

Secondo alcune indiscrezioni riportate da il Sole24Ore e non confermare dalla banca, il cda dell’istituto avrebbe esaminato alcune relazioni predisposte da JP Morgan e Goldman Sachs riguardo ai rischi di un potenziale intervento di fondi attivisti sui titoli di UniCredit e sulle mosse per anticipare le loro eventuali iniziative.

Sostanzialmente questo tipo di investitori potrebbero, alla luce della bassa valutazione delle azioni della banca guidata da Jean Pierre Mustier, entrare nel capitale e spingere per qualche forma di break-up della banca che ne faccia emergere il valore non espresso attualmente dal mercato.

L’intento del management dell’istituto, tuttavia, sarebbe quello di preservare il perimetro industriale del gruppo cedendo solo le partecipazioni finanziarie che generano plusvalenze, anticipando eventuali iniziative esterne. Rientrerebbero, secondo questa interpretazione, la dismissione della quota di Fineco e degli immobili.

Non rientrerebbe tra le cessioni la partecipazione di Mediobanca, che in Borsa è ancora al di sotto del valore di carico.

Le azioni UniCredit registrano a Piazza Affari un incremento del 2% a 10,3 euro, facendo meglio dell’indice di settore che attorno alle 10:10 avanza dell’1,6 per cento.