“Una strada è quella del consolidamento tra banche di simili dimensioni. Ci sono altre soluzioni che possono vedere l’azionista pubblico uscire in modo più graduale”.
È quanto ha affermato in un’intervista a QN Economia e Lavoro Marco Morelli, Ad di Mps, parlando a proposito dei possibili scenari futuri dell’istituto toscano.
“Al management e al consiglio tocca il compito di analizzare tutti i possibili scenari, e di sottoporre all’azionista di maggioranza, il Tesoro, le opzioni possibili. Il Mef sa cosa pensa il management del Monte”, ha spiegato il manager, ricordando che “entro la fine del 2019 il Governo dovrà indicare all’Europa la via d’uscita dal capitale”.
“La nostra visione è che per poter crescere, investire in persone e infrastrutture e servire meglio i clienti, la dimensione diventa rilevante. Con una capacità limitata non riesci a raccogliere capitali e far evolvere il modello di business. La dimensione è un fattore cruciale anche per poter sostenere gli ingenti investimenti che attendono tutto il sistema bancario”, ha spiegato Morelli nell’intervista.
“lo non partecipo al gioco dei nomi, anche se è evidente quale sia la mappa del credito in Italia. In teoria il Monte potrebbe essere un partner per tanti, in pratica la lista è più ristretta”, ha puntualizzato il Ceo.
A una potenziale aggregazione Mps “si presenterebbe come una banca in fase di ristrutturazione e al tempo stesso all’inizio di un percorso di rilancio”, ha sottolineato Morelli.
Intorno alle 14:40 a Piazza Affari il titolo guadagna lo 0,5% a 1,11 euro, mentre l’indice di settore segna un calo dello 0,5 per cento.