Banche – Secondo gli analisti possono ancora crescere in Borsa

Dopo i conti del primo trimestre 2019 gli analisti hanno rivisto le proprie stime sulle banche, alzando in media i target price deli maggiori istituti sul listino dell’1,8 per cento. Un dato medio risultante, tuttavia, da correzioni al rialzo delle stime, in alcuni casi, e da tagli, in altri. Tutto considerato, in ogni caso, dopo la correzione di maggio l’upside medio dei titoli delle 10 big del credito è del 39%, secondo i dati estratti da Bloomberg.

Le trimestrali delle principali banche italiane quotate a Piazza Affari sono state accolte con un moderato apprezzamento da parte degli analisti finanziari che, dopo la pubblicazione dei risultati dei primi tre mesi del 2019, hanno aumentato dell’1,8% i propri target price sui titoli.

Tale valore è una media, calcolata sulla base dei target price riportati da Bloomberg e riferiti alle 10 maggiori banche del listino. In realtà, la reazione non è stata omogenea, con casi in cui le previsioni sono state riviste al rialzo e altri in cui le stime sono state tagliate.

Guardando nel dettaglio, si nota che le revisioni delle stime vanno da un miglioramento del 10,8% dei target price per Ubi e Creval a una sforbiciata dell’11% per Mps.

Ma il mood resta positivo. Confrontando i nuovi target price con i prezzi di Borsa, si nota che, secondo gli analisti, le maggiori banche italiane hanno ancora spazio di crescita a piazza Affari. In media il rialzo potenziale atteso è del 39 per cento.

A inizio febbraio tale indicatore era pari al 44 per cento. Una previsione che si è rivelata azzeccata, almeno per quanto riguarda la tendenza, anche se non nella misura. Da inizio febbraio a fine aprile le banche hanno infatti messo a segno un rally del 20%, se si guarda alla media dei 10 titoli in esame.

Una corsa terminata attorno ai primi di maggio, quando le banche hanno toccato i loro massimi, per poi registrare una correzione del 14% fino alla data del 22 maggio. Una frenata in parte prevista dagli analisti, che attorno ai primi di maggio hanno proceduto ad alcune correzioni all’ingiù delle stime, abbassate in media del 2 per cento.

Nella tabella seguente riportiamo il confronto tra i prezzi di Borsa e i target price delle banche dal 2 maggio al 22 maggio, dopo la pubblicazione delle trimestrali.

Esaminando nel dettaglio le previsioni per i singoli istituti, la banca che attualmente risulta più sottovalutata in borsa rispetto alle stime degli analisti è la Popolare di Sondrio, che secondo i dati di Bloomberg ha un upside del 72 per cento.

C’è tuttavia da sottolineare che il prezzo di Borsa risente del fatto che è rimasta l’unica popolare quotata a Piazza Affari, dopo che le altre hanno proceduto alla trasformazione in spa. Una governance, quella del voto capitario, non particolarmente apprezzata dagli investitori istituzionali; tuttavia la recente approvazione dei modelli di rating interni potrebbe portare a un apprezzamento da parte del mercato.

Elevato, secondo gli analisti, anche il possibile upside di Creval, pari al 64,8 per cento. La banca ha realizzato nei mesi scorsi un importante riassetto basato su un aumento di capitale, con l’ingresso di numerosi investitori istituzionali, su un forte de-risking e un ricambio manageriale. Il prossimo mese sarà presentato il nuovo business plan, che potrebbe dare il la all’atteso recupero dei titoli in borsa. La potenziale rivalutazione del titolo è legata anche all’appeal speculativo derivante da possibili operazioni di M&A, anche se per il momento i vertici sono concentrati sulla crescita per via organica.

Buone le aspettative degli analisti anche per UniCredit, Banco Bpm e Credem, che presentano un possibile rialzo compreso tra il 41% e il 47 per cento. Per quanto riguarda UniCredit, il prezzo di Borsa rimane penalizzato dalle incognite strategiche che riguardano l’istituto, che il prossimo mese di dicembre presenterà il nuovo piano industriale, dopo che si avvia alla conclusione con il raggiungimento di tutti gli obiettivi quello denominato “Transform 2019”.

Il mercato è particolarmente sensibile alla tematica delle strategie di crescita esterna, dopo i recenti rumor sul possibile tentativo di conquista della tedesca Commerzbank da parte dell’istituto guidato da Jean Pierre Mustier, piuttosto che, in precedenza, a voci di una possibile business combination con una grande banca estera.

Anche Banco Bpm è ancora sottovalutata a Piazza Affari. Dopo la trimestrale, gli analisti hanno leggermente limato il target price (-4%). L’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha portato a termine un impegnativo piano di de-risking, mantenendo i solidi coefficienti patrimoniali grazie a un riassetto delle proprie attività. Il focus dei prossimi mesi sarà sulla redditività, in linea con le previsioni del business plan.

Diverso il caso di Bper, che presenta secondo gli analisti potenzialità di rialzo inferiori (+27%), nonostante il target price sia stato rivisto all’insù (+3%), dopo i conti del trimestre. Nel caso della banca emiliana va tenuto in considerazione il forte balzo (+45%) messo a segno nei primi tre mesi dell’anno in seguito all’operazione di acquisizione di Unipol Banca, che è stata particolarmente apprezzata dal mercato. Nonostante la recente correzione registrata nel mese di maggio, in linea con le altre banche, le azioni mostrano ancora un guadagno di oltre il 20% da inizio febbraio.

Anche Mps è ancora sottovalutata in Borsa e presenta un upside del 32%, nonostante la correzione al ribasso del target price dopo la trimestrale (-11%). L’istituto ha realizzato un notevole de-risking, rispettando gli impegni presi con la Bce in occasione del via libera all’intervento pubblico di ricapitalizzazione precauzionale. Restano ancora alcune incognite su quali saranno le decisioni del Tesoro riguardo le modalità di uscita dal capitale, che dovranno essere comunicate alle autorità europee entro fine anno. Inoltre la banca, pur mantenendo coefficienti di solidità patrimoniale in linea con le attese, dovrà probabilmente rivedere i propri target, visto il rallentamento dell’economia.

Infine, minori upside sono previsti anche per Intesa Sanpaolo (+21%) e Mediobanca (+14%), due istituti solidi e che hanno presentato buoni risultati e che mostrano una minore volatilità e sottovalutazione in borsa.