Obbligazioni – Acque agitate per i Btp

Orfani del riferimento americano per la ricorrenza del Memorial Day, i mercati europei hanno confermato all’indomani del voto uno strano stato di apatia, un misto di sollievo per un pericolo scampato e di malessere per l’incertezza di quello che verrà.

In controtendenza ad un recupero che ha interessato le piazze azionarie, ma si è accompagnato anche ad una ulteriore limatura dei rendimenti obbligazionari, i Btp che, dopo aver mostrato un iniziale sinistro immobilismo, hanno ceduto inesorabilmente e rivisto salire lo spread contro Bund di nuovo a 280 punti base.

Passata la scadenza elettorale, il diplomatico silenzio di Bruxelles sembra destinato a interrompersi e ritornano insistenti le voci di una possibile lettera che annuncerebbe al Governo Conte il saldo a debito per l’infrazione al rispetto della disciplina finanziaria.  Stamane il copione non è differente, anzi.

Mentre il T-bond sfonda al ribasso la soglia del 2,30% e il dollaro si riporta in area 1,1180, i rendimenti dei benchmark europei riprendono il processo di limatura che vede il Bund decennale ormai rendere -0,15%, trascinandosi dietro praticamente l’intero drappello dei Paesi dell’area euro eccezion fatta per i Btp.

Il rischio Italia si muove infatti al rialzo e il decennale arriva a segnare ai primi scambi il 2,74% che significa uno spread verso la Germania ormai prossimo ai 290 punti base. La distanza dei rendimenti italiani si accorcia anche rispetto alla Grecia, che ad oggi offre un più generoso 3,15%, e scende ormai ben al di sotto del mezzo punto percentuale. Un segnale evidente che lo stato del mare passa da mosso ad agitato.

In chiusura, va osservato che la riproposizione degli stessi livelli di spread sui corporate high-yield è di natura esclusivamente tecnica causa, come evidenziato in apertura, la chiusura del mercato americano di ieri.