Ubi – Il Patto dei Mille sale al 6,94% del capitale

Il Patto dei Mille, patto parasociale a cui ad oggi hanno aderito 95 azionisti di Ubi, ha aumentato il suo peso nel capitale della banca portandolo al 6,94% (dal 3,6%).

Il Patto dei Mille fa riferimento all’anima bergamasca dell’istituto, rappresentata in gran parte da molti imprenditori locali. Il rafforzamento, secondo rumor di stampa, è dovuto sia all’ingresso di nuovi soci sia alla salita di quelli già esistenti.

‘L’obiettivo del Patto nella sua rafforzata conformazione, in una prospettiva di collaborazione con altre aggregazioni di azionisti di Ubi Banca è quello di favorire e assecondare la formazione di un interpatto, che potrebbe denominarsi “Comitato azionisti di riferimento”, si legge in una nota visionata dalla stampa.

Il patto – prosegue la nota – sarebbe “finalizzato a promuovere tra l’altro sinergie di indirizzo, di obiettivi di sviluppo e di governance in Ubi Banca, nel rispetto dei distinti ruoli e delle diverse responsabilità”.

“Questo in un’ottica collaborativa con altri raggruppamenti di azionisti che condividano il predetto obiettivo attraverso un percorso di sviluppo delle potenzialità di crescita e costante miglioramento dell’efficienza, della competitività e della coesione di Ubi Banca”, sottolinea il comunicato. Il patto potrebbe raccogliere nuove adesioni.

L’anima bresciana di Ubi, invece, fa riferimento al patto denominato Sindacato Azionisti di Ubi Banca, in cui è stato convogliato il 12,5% del capitale.

Gli altri principali azionisti di Ubi sono la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo con il 5,91% e la Fondazione Banca del Monte di Lombardia con il 4,959 per cento.

Tornando al Patto dei Mille, alla presidenza Armando Santus ha preso il posto di Matteo Zanetti.

Il neo presidente alla stampa ha dichiarato di augurarsi che “possa formarsi presto” un interpatto con l’adesione “in primis del sindacato azionisti Ubi Banca, della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e della Fondazione Banca del Monte”.

Anche il presidente della Fondazione di Cuneo, Giandomenico Genta, aveva lanciato una proposta simile.

Messi insieme, quindi, questo blocco di azionisti rappresentano poco più del 30% del capitale e darebbe vita a uno zoccolo duro di azionisti.