Il Ftse Italia Banche chiude con un calo dell’1,2% e facendo peggio dell’omologo europeo (-0,4%), rallentando anche il Ftse Mib (-0,5%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, alimentate dall’aumento dell’incertezza sul fatto che Stati Uniti e Cina possano arrivare ad un accordo commerciale, dopo il nuovo scontro a colpi di dazi reciproci, con le incertezze che prevalgono sulla prosecuzione dei negoziati.
Ad alimentare i timori le nuove incognite sulla Brexit, con il Parlamento inglese che a giugno difficilmente approverà il nuovo accordo proposto dal premier, Theresa May, che si dimetterà il prossimo 7 giugno.
I due vice premier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, continuano a ribadire che l’esecutivo andrà avanti, nonostante l’esito delle elezioni europee abbia messo in mostra un andamento divergente per i partiti che sostengono l’esecutivo.
Sul fronte del conti pubblici, oggi potrebbe arrivare una lettera della Commissione Europea nella quale l’organo europeo chiederà maggiori dettagli sulla deviazione dal target di riduzione del debito pubblico concordato tra Roma e Bruxelles.
In base alle spiegazioni che saranno formulate dal Governo, la Commissione UE prenderà una decisione il prossimo 5 giugno. Non è da escludere l’avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo, che potrebbe comportare una sanzione da 3 miliardi.
Il commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici, ha dichiarato alla stampa che preferirebbe evitare di percorrere la strada delle sanzioni ma preferirebbe un dialogo, non escludendo la richiesta di una manovra aggiuntiva all’esecutivo per rimettere i conti in linea con le regole europee, pur ricordando che in caso di squilibri forti le sanzioni ci sono.
In questo contesto, anche a causa del nuovo allargamento dello spread Btp-Bund in area 285-290 pb (fonte Mts Markets), il comparto bancario ha perso ancora terreno.
Seduta nel complesso negativa per i titoli del Ftse Mib, tra i quali contiene meglio il calo Ubi (-0,2%), con il Patto dei Mille che è salito al 6,94% del capitale, mentre resiste sopra la parità Bper (+0,1%), tra le peggiori degli ultimi giorni dopo che l’Antitrust ha acceso un faro sull’acquisizione di Unipol Banca.
Sul Mid Cap, frenano Credem (-0,4%) e, soprattutto, Creval (-2,6%) e Mps (-3,1%), con la banca alle prese con la possibile rivisitazione dei target finanziari alla luce del quadro macro deteriorato e in attesa di novità sulle modalità di uscita del Tesoro dal capitale. Tiene botta Popolare Sondrio (+0,4%), che ha ricevuto il via libera della Bce all’utilizzo dei modelli interni.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, mentre si sta cercando in tutti di modi di arrivare a una soluzione di mercato per rimettere in carreggiata la banca, con novità che potrebbero emergere a breve, mentre tornano i rumor su una possibile ulteriore riduzione dei costi.
Frazionale ribasso per Banca Finnat (-0,6%), che ha acquisito una forte leadership nell’assistenza alle Pmi che intendono quotarsi sull’Aim.