In una seduta cauta per le Borse europee, il Ftse Mib termina in coda ai listini del Vecchio Continente con un ribasso dello 0,3% a 19.947,92 punti. Positivi il Dax di Francoforte (+0,5%), il Ftse 100 di Londra (+0,5%), il Cac 40 di Parigi (+0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,8%),
Appena in rialzo lo S&P 500 (+0,1%) e il Nasdaq (+0,2%), mentre il Dow Jones si muove sulla parità, dopo le vendite di ieri. La seconda stima del Pil statunitense del primo trimestre si è rivelata lievemente migliore delle attese, in crescita del 3,1% rispetto al 3,2% della prima lettura e al 3% del consensus.
Sullo sfondo restano le tensioni commerciali fra Stati Uniti e Cina, i cui rapporti sembrano sempre più complicati di settimana in settimana. Secondo le ultime indiscrezioni, la Cina avrebbe messo in stand by gli acquisti di soia dagli Usa e vorrebbe sfruttare la propria posizione dominante nel settore delle terre rare, elementi chimici utilizzati per produrre componenti tecnologici, per minacciare Washington.
Nessun progresso nemmeno sul fronte Usa-UE, come confermato dalla commissaria europea per il Commercio, Cecilia Malmstrom, mentre gli Stati Uniti minacciano conseguenze per il presunto aggiramento delle sanzioni americane contro l’Iran.
In Europa i riflettori restano puntati sui conti pubblici dell’Italia, dopo la lettera con annessa richiesta di chiarimenti da Bruxelles sul mancato rispetto delle regole sul debito, che precede l’eventuale apertura di una procedura d’infrazione. Attesa per domani la risposta del Governo italiano. Intanto lo spread Btp-Bund si attesta sui 282 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,65%, mentre filtrano indiscrezioni su possibili elezioni anticipate a fine settembre.
Intanto resta sotto osservazione la curva dei rendimenti a stelle e strisce, con il differenziale fra titoli a 3 mesi e Treasury a 10 anni in prossimità dei minimi dal 2007, segnale spesso seguito da una fase recessiva.
Sul Forex, l’euro guadagna terreno rispetto al dollaro in area 1,1138.
Scendono le quotazioni del greggio con il Wti a 57,9 dollari (-1,6%) e il Brent a 66,2 dollari al barile a -2,4%, dopo il calo inferiore alle attese delle scorte americane emerso dai dati settimanali dell’Energy Information Administration.
Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano Leonardo (+3,8%), in scia al nuovo contratto da 977 milioni di dollari ottenuto dalla controllata americana DRS. Bene anche Buzzi (+2,9%) e Pirelli (+1,6%), mentre in coda al Ftse Mib si colloca Ferragamo (-2,7%).
Tra le peggiori anche Campari (-1,2%), dopo il downgrade di Morgan Stanley da ‘equalweight’ a ‘underweight’.