Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un ribasso dell’1,4% e in linea all’analogo europeo (-1,1%), risentendo della seduta poco mossa del bancario e uniformandosi al Ftse Mib (-1,3%).
Sullo sfondo permangono i timori per la frenata della crescita mondiale, innescati dai dubbi sulla possibilità che Stati Uniti e Cina possano giungere ad un’intesa commerciale, dopo le nuove tensioni a colpi di tariffe reciproche, con i dubbi che la fanno da padrone sul proseguimento dei colloqui.
Ad accentuare le preoccupazioni le nuove incognite sulla Brexit, con il Parlamento britannico che a giugno difficilmente darà il via libera alla nuova intesa a cui ha lavorato il primo ministro, Theresa May, che lascerà il proprio incarico il prossimo 7 giugno.
In merito all’Italia, sul fronte del bilancio pubblico, ieri è giunta la missiva della Commissione Europea indirizzata all’inquilino del Tesoro, Giovanni Tria, nella quale l’organo europeo ha confermato “che l’Italia non ha fatto progressi sufficienti per rispettare il criterio del debito nel 2018”, chiedendo una risposta entro venerdì sulle ragioni che hanno condotto a ciò.
Sulla base dei dettagli che saranno forniti dal Governo, la Commissione UE prenderà una decisione il prossimo 5 giugno. È possibile l’avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo, che potrebbe implicare una sanzione da 3 miliardi.
La nuova seduta sottotono del comparto bancario ha impattato anche sui titoli dell’asset management, inclusa Anima (-2%) tra le Mid Cap. Dopo avere tenuto martedì, sul Ftse Mib sono tornati i realizzi su Azimut (-1,3%), il cui presidente Pietro Giuliani ha confermato l’obiettivo di 300 milioni di utile per il 2019 e che ha avviato una partnership con Intesa Sanpaolo.
Ritraccia ancora Exor (-1,8%), dopo lo scatto di lunedì in scia allo sprint della controllata Fca dopo l’annuncio di una proposta di fusione con il gruppo automobilistico francese Renault.
Tra le Mid Cap in rosso Banca Ifis (-0,5%), il cui Ad Luciano Colombini in un’intervista ha spiegato che il focus adesso è sulla crescita organica e sulle sinergie tra le attività, e, soprattutto e, sopratutto, doBank (-2,2%), più vicina alla revoca della licenza bancaria. Rallenta Cerved (-0,7%) dopo la risalita della seduta precedente, con la società che presenta interessanti potenzialità di sviluppo.
Ancora qualche presa di profitto su Nexi (-0,9%), dopo il trend positivo delle ultime sedute sostenuto anche dall’avvio della copertura con una raccomandazione d’acquisto da parte di diversi broker, con la società che ha confermato la guidance dopo la pubblicazione della trimestrale. Nel frattempo tornano in auge i rumor sulla possibile fusione con Sia.
Tra le Small Cap tornano le vendite su Banca Intermobiliare (-0,3%), con il management che potrebbe valutare anche operazioni straordinarie. Ok illimity (+0,2%), supportata anche dall’avvio della copertura con un ‘buy’ da parte di Banca Imi con target price a 12,50 euro, come riportato da Bloomberg.