La seconda parte dell’esercizio dovrebbe mostrare segnali di ripresa a livello organico nonostante qualche debolezza registrata nel primo trimestre del 2019, grazie al ramp-up di alcuni progetti e senza contare il contributo di eventuali operazioni di M&A. Nel complesso, il gruppo rimane ottimista nelle prospettive di medio termine grazie all’efficacia della strategia intrapresa, confermando gli obiettivi indicati nel piano industriale presentato lo scorso anno.
“Nonostante il primo trimestre del 2019 sia stato debole sia a livello di fatturato che di marginalità rimaniamo comunque fiduciosi in una ripresa nella seconda parte dell’esercizio, confermando le indicazioni contenute nel piano industriale”, ha dichiarato Pietro Iotti amministratore delegato di Sabaf.
Nei primi tre mesi i ricavi sono diminuiti del 2,3% a circa 38 milioni, registrando un -8,2% a parità di area di consolidamento. “Tale performance è sostanzialmente riconducibile alla contrazione registrata in Turchia e Medio Oriente legata a fattori geopolitici, mentre Nord America e Latam hanno consolidato il trend positivo”.
La diminuzione della produzione ha avuto un effetto negativo sui margini, con un Ebitda margin sceso al 17,6% (-250 punti base), migliorando però al contempo il circolante grazie alla riduzione delle scorte e, di conseguenza, l’indebitamento, in calo di 5 milioni a 48,5 milioni rispetto al 31 dicembre 2018.
“Abbiamo generato cassa per quasi 6 milioni rispetto a 1,5 milioni nel primo trimestre 2018, confermando il nostro essere un’azienda virtuosa nel controllo dei flussi e mantenendo alta l’attenzione sulla solidità patrimoniale”, sottolinea Iotti.
Il rallentamento del primo trimestre ha indotto a un approccio più prudente sull’intero esercizio in corso, con il gruppo che per il 2019 prevede una crescita dei ricavi mid single digit a 155-160 milioni e una redditività lorda in linea o in leggera flessione rispetto al 19,9% del 2018 (160-165 milioni ed Ebitda margin superiore al 20% nella precedente indicazione).
Numeri che implicano una ripresa già a partire dal secondo trimestre, con un’accelerazione prevista nella seconda parte dell’anno. “Rimaniamo positivi soprattutto sul 2020, mentre in base agli ordini che abbiamo prevediamo una crescita flat-to low digit già nel secondo trimestre”
“Da dopo l’estate dovremmo poi beneficiare del ramp-up di alcuni progetti già in essere, che entreranno a regime nei prossimi anni ma che dovrebbero mostrare i primi impatti positivi già a partire da quest’anno”.
Sabaf infatti sta lavorando al rinnovo degli accordi con alcuni dei principali produttori di elettrodomestici a livello mondiale, che garantiscono forti prospettive soprattutto nel medio-lungo termine in linea a quanto indicato nel business plan.
Il tutto senza contare il contributo dell’attività di M&A, il secondo pilastro del piano industriale della società. Come conferma il ceo, infatti, “stiamo lavorando su delle operazioni straordinarie con un team dedicato all’M&A e confidiamo di poter annunciare un deal importante già quest’anno”.
Nel complesso, “rimaniamo ottimisti di poter confermare gli obiettivi indicati nel piano industriale e il target di 250-300 milioni al 2022 con una marginalità in linea a quella attuale”, conclude Pietro Iotti.
“Siamo ben posizionati per continuare a investire nello sviluppo organico e nella crescita per linee esterne, mentre stiamo lavorando sull’internazionalizzazione anche attraverso l’installazione di siti produttivi in India e Nord America”.