Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina l’ottava con un calo dello 0,9% e allineato all’analogo europeo (-1%), risentendo dell’andamento negativo del comparto bancario (-3,3%) ma tenendo meglio del Ftse Mib (-2,8%).
Sullo sfondo permangono i timori per la frenata della crescita mondiale, innescati dai dubbi sulla possibilità che Stati Uniti e Cina possano giungere ad un’intesa commerciale, dopo le nuove tensioni a colpi di tariffe reciproche, con i dubbi che la fanno da padrone sul proseguimento dei colloqui.
Ad accentuare le preoccupazioni le nuove incognite sulla Brexit, con il Parlamento britannico che a giugno difficilmente darà il via libera alla nuova intesa a cui ha lavorato il primo ministro, Theresa May, che lascerà il proprio incarico il prossimo 7 giugno.
In merito all’Italia, sul versante del bilancio pubblico, mercoledì è giunta la missiva della Commissione Europea nella quale l’organo europeo ha confermato “che l’Italia non ha fatto progressi sufficienti per rispettare il criterio del debito nel 2018”, con Roma che doveva fornire una risposta lo scorso venerdì.
La Commissione UE prenderà una decisione il prossimo 5 giugno sulla base dei dettagli che saranno forniti dal Governo È possibile l’avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo, che potrebbe implicare una sanzione da 3 miliardi.
“Il disavanzo per l’anno in corso potrebbe essere minore di quanto prospettato nelle ultime previsioni ufficiali. L’andamento dell’economia e il gettito fiscale hanno finora superato le previsioni del programma di Stabilità”, ha scritto nella lettera di risposta all’UE l’inquilino del Tesoro, Giovanni Tria.
“Se il contesto di crescita internazionale non si deteriorasse ulteriormente, l’Italia dovrebbe essere in grado di mantenere questa tendenza positiva fino alla fine dell’anno”, ha spiegato il ministro dell’Economia.
Intanto, l’Istat ha limato da +0,2% a +0,1% la stima della crescita congiunturale del Pil, parlando di stagnazione, pur confermando l’uscita dalla recessione tecnica.
La frenata del comparto bancario ha impattato anche sui titoli dell’asset management, inclusa Anima (-2,1%) tra le Mid Cap, con il settore che ha risentito anche dei dati negativi evidenziati da Assogestioni sulla raccolta netta di aprile.
In rosso Poste Italiane (-2,5%), che entro fine anno dovrebbe scegliere il partner nell’Rc auto per poi debuttare nel 2020.
Sottotono Exor (-0,5%), mossasi in scia all’andamento contrastato delle principali controllate quotate.
Tra le Mid Cap in rosso Banca Ifis (-4,5%), il cui Ad Luciano Colombini in un’intervista ha spiegato che il focus adesso è sulla crescita organica e sulle sinergie tra le attività, e doBank (-4,6%), più vicina alla revoca della licenza bancaria. Tiene Cerved (+0,1%), con la società che presenta interessanti potenzialità di sviluppo.
Realizzi su Nexi (-2,3%), dopo il trend positivo delle sedute precedenti sostenuto anche dall’avvio della copertura con una raccomandazione d’acquisto da parte di diversi broker, con la società che ha confermato la guidance dopo la pubblicazione della trimestrale. Nel frattempo tornano in auge i rumor sulla possibile fusione con Sia.
Tra le Small Cap ok Banca Intermobiliare (+1,5%), che potrebbe valutare potenziali aggregazioni. Sotto pressione Banca Sistema (-6,1%), nonostante il turnover factoring abbia superato il miliardo, mentre resiste illimity (0,0%), che ha sottoscritto una partnership con Microsoft.