Il Ftse Italia Banche chiude con un rialzo dello 2,4% e in linea all’omologo europeo (+2,7%), sostenendo anche il Ftse Mib (+1,8%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, alimentate dall’aumento dell’incertezza sul fatto che Stati Uniti e Cina possano arrivare ad un accordo commerciale, dopo il nuovo scontro a colpi di dazi reciproci, con le incertezze che prevalgono sulla prosecuzione dei negoziati.
La Commissione UE dovrebbe prendere una decisione oggi sull’eccesso di debito Italia, in base alle spiegazioni che sono state formulate dal Governo. Non è da escludere l’avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo, che potrebbe comportare una sanzione da 3 miliardi.
“Il disavanzo per l’anno in corso potrebbe essere minore di quanto prospettato nelle ultime previsioni ufficiali. L’andamento dell’economia e il gettito fiscale hanno finora superato le previsioni del programma di Stabilità”, aveva rassicurato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
Nel frattempo, il premier, Giuseppe Conte, ha fatto presente che è pronto a dimettersi se le forze politiche che lo appoggiano, Lega e 5 Stelle, non ritroveranno un’unione di intenti, anche per evitare la procedura d’infrazione.
I due vice presidenti del Consiglio, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, sembrano voler andare incontro alla richiesta del presidente del Consiglio.
In questo contesto, grazie anche allo spread Btp-Bund ristrettosi in area 270-275 pb (fonte Mts Markets), il comparto bancario ha tentato un rimbalzo dopo le vendite delle ultime sedute.
In recupero tutti i titoli del Ftse Mib, tra cui Intesa Sanpaolo (+2,2%), su cui Dbrs ha confermato il rating, UniCredit (+2,9%) che ha ribadito di essere concentrata sulla crescita organica, Ubi (+4%), nel cui capitale è salito il peso del patto dei Mille, e Banco Bpm (+3,5%), il cui nuovo piano industriale potrebbe includere una possibile operazione di M&A.
Sul Mid Cap, tornano gli acquisti su Credem (+0,5%) e Mps (+0,6%), che intende raggiungere l’obiettivo di cessione di 2 miliardi di Utp, mentre rallenta nuovamente Creval (-0,3%), il cui management entro fine mese alzerà il velo sul nuovo piano strategico.
Ancora denaro su Popolare Sondrio (+1,3%), che nei giorni scorsi ha ricevuto il via libera della Bce all’utilizzo dei modelli interni.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, su cui proseguono i rumor sul possibile destino dell’istituto, che coinvolgono anche Bper (+1,8%), anche se l’operazione è poco fattibile.
In rimonta Banca Finnat (+2,4%), che ha acquisito una forte leadership nell’assistenza agli emittenti quotati all’Aim.