Prende sempre più corpo l’ipotesi che si possa arrivare alla costituzione di un nocciolo duro di azionisti per Ubi.
Tale eventualità è diventata sempre più concreta dopo la recente salita del Patto dei Mille, che fa riferimento all’anima bergamasca della banca, al 6,94% del capitale e l’invito agli altri soci storici dell’istituto di “favorire e assecondare la formazione di un interpatto finalizzato a promuovere sinergie di indirizzo, di obiettivi di sviluppo e di governance in Ubi Banca”.
Gli altri soci storici della banca sono il Sindacato Azionisti Ubi Banca, il patto in cui è stato convogliato il 12,5% del capitale e che rappresenta l’anima bresciana, sono la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo con il 5,91% e la Fondazione Banca del Monte di Lombardia con il 4,959 per cento.
Lo stesso presidente della Fondazione Crc Cuneo, Giandomenico Genta, ha aperto alla possibilità di creare un nucleo stabile di azionisti.
Secondo rumor di stampa, le discussioni entreranno nel vivo nelle prossime settimane e già entro luglio i rappresentanti dei suddetti azionisti potrebbero incontrarsi per entrare nel merito della questione.
Il tutto potrebbe essere importante anche nell’ottica del possibile consolidamento del settore che potrebbe vedere Ubi come uno dei protagonisti, anche se non nell’immediato.
“Per i nostri vertici fare operazioni di M&A significa anche avere soci pronti a seguirli. Se ci saranno operazioni straordinarie, il nucleo storico avrà piacere a confrontarsi con il top management, non per indirizzare ma per condividere percorsi”, ha dichiarato alla stampa Genta.
Intorno alle 09:40 a Piazza Affari il titolo segna un ribasso dello 0,8% a 2,36 euro, mentre l’indice di settore scende dello 0,6 per cento.