DigiTouch – Conferma le prospettive di crescita e si pone come riferimento dell’innovazione digitale

Il ‘Mar-Tech Group’ consolida il proprio posizionamento come “Full Digital Platform Company” e si candida ad un ruolo da protagonista nel settore della Digital Transformation, destinato a crescere a doppia cifra ancora per diversi anni. DigiTouch continuerà ad ampliare l’offerta in termini di integrazione fra tecnologia e marketing digitale, proseguendo nel consolidamento del mercato e avviando, a fine 2019, un processo di internazionalizzazione.

Il presidente di DigiTouch, Simone Ranucci Brandimarte, conferma i target del piano industriale 2018-2020, che prevede per il 2019 “un fatturato di circa 40 milioni e un Ebitda di circa 6 milioni” mentre nel 2020 è atteso “un giro d’affari di circa 52 milioni con un margine operativo lordo di circa 8 milioni”. Sostanzialmente stabile la marginalità, con un Ebitda margin compreso fra il 15 e il 16 per cento.

Obiettivi che verranno raggiunti grazie ad una serie di iniziative volte a sostenere la crescita, “ampliando l’offerta per le medie e grandi imprese e proseguendo nell’integrazione” delle diverse realtà che compongono il gruppo.

A queste si è recentemente unita Meware, azienda di progettazione e realizzazione di soluzioni informatiche che vanta un importante portafoglio clienti in ambito Finance, Energy, Utilities e PA e che dovrebbe realizzare nell’esercizio 2019 un fatturato di circa 7,5 milioni e un Ebitda di poco inferiore a 1 milione.

Meware è solo l’ultimo tassello in un solido track record di acquisizioni, che ad oggi permettono a DigiTouch di intercettare le diverse sfaccettature della trasformazione digitale in atto nel Paese. Un processo destinato a prolungarsi “almeno per un decennio, con tassi di crescita a doppia cifra sia nel settore del Digital Marketing sia nelle tecnologie innovative”.

All’interno di questo scenario positivo DigiTouch è chiamata a confermare la propria capacità di execution in termini organizzativi e a centrare gli obiettivi di crescita organica ed esogena, innestando nel contempo un percorso di internazionalizzazione che prenderà il via alla fine di quest’anno nelle aree meno digitalizzate dell’Europa.

Iniziative che potranno contribuire a sostenere il prezzo del titolo in Borsa, incanalato da tempo in una fase laterale tra 1,2 e 1,5 euro nonostante i giudizi positivi degli analisti che seguono l’azienda.

Il presidente di DigiTouch, Simone Ranucci Brandimarte, delinea le priorità strategiche

“Ampliare l’offerta di marketing digitale e tecnologia, proseguire nel consolidamento del mercato italiano e avviare un processo di internazionalizzazione”.

Sono questi i tre principali obiettivi strategici del Gruppo DigiTouch, enunciati dal presidente Simone Ranucci Brandimarte.

Il tutto mantenendo “una forte attenzione alla redditività e alla creazione di sempre maggiori efficienze”. Focus anche sulla “ottimizzazione e il consolidamento della macchina operativa, la continua ricerca di sinergie lato costi e il rafforzamento della governance”.

Strategie che consentiranno di raggiungere i target fissati dal piano industriale 2018-2020, in uno scenario di mercato che prevede “tassi di crescita annua in doppia cifra sia sul marketing digitale sia sulle tecnologie innovative”, grazie al processo di trasformazione digitale del Paese che alimenterà la domanda almeno per i prossimi 10 anni.

La continua integrazione fra Digital Marketing e tecnologie innovative

“Innanzitutto, vogliamo continuare ad ampliare l’offerta in termini di integrazione tra marketing digitale e tecnologia”, afferma Ranucci Brandimarte. DigiTouch si configura infatti come un “Mar-Tech” Group, termine coniato dalla fusione di ‘marketing’ e ‘technology’.

Il digitale è per sua stessa natura basato sulla tecnologia e il marketing digitale non può prescindere dall’utilizzo di strumenti tecnologici, messi al servizio del raggiungimento di determinati obiettivi. Con il progressivo ampliamento dell’offerta il gruppo ha esteso il proprio “addressable market” dal Digital Advertising al più vasto mercato della Digital Transformation.

In particolare, il business del Gruppo si sviluppa su tre principali macro-linee di mercato tra loro fortemente sinergiche e integrate (Advertising Services, Performance Marketing Services e Data Services), per cogliere i diversi trend del mercato dell’innovazione digitale.

“Vogliamo continuare a crescere come Full Digital Platform Company”, una realtà sorretta da 6 pillars (Strategia, Business Intelligence, e-Commerce, Process Automation, Creatività e Digital Marketing) in grado di “fornire un’offerta integrata alle medie e grandi imprese”.

Protagonista nel consolidamento del mercato italiano

Il secondo obiettivo è quello di “continuare a consolidare il mercato italiano e allargare il perimetro di business attraverso acquisizioni”, sempre con marginalità positiva e asset di prodotto e tecnologia ben identificati.

Il Gruppo DigiTouch si contraddistingue per un brillante track-record di operazioni di M&A, con sei acquisizioni di successo (Performedia, mutuiperlacasa.com, E3, Optimized Group, Purple Ocean e Meware) realizzate dal 2014 ad oggi.

Operazioni che hanno permesso di ampliare l’offerta, passando dalle semplici attività legate ai Social Media all’attuale ventaglio di servizi che comprende soluzioni di Creativity, Digital Media Planning, Performance Marketing, Search Engine Optimization, Data Management Platform e Consultancy, con notevoli opportunità di cross selling.

Nell’ambito della crescita esogena, precisa il presidente, lo scopo è quello di “ampliare la presenza geografica e la catena del valore, continuando ad espanderci in termini di offerta tecnologica e innovativa con particolare riferimento ai segmenti dell’Intelligenza Artificiale, Blockchain e Machine Learning”.

L’acquisizione di Meware

L’ultimo tassello in termini di crescita esterna è stato l’acquisto per 1,2 milioni del 60% di Meware, azienda di progettazione e realizzazione di soluzioni informatiche che vanta un importante portafoglio di clienti operanti in ambito Finance, Energy, Utilities e PA. La valutazione corrisponde ad un Enterprise Value per il 100% della società di 2,4 milioni, comprensivo di una PFN pari a 400 mila euro. Si tratta della maggiore operazione nella storia di DigiTouch dalla data di quotazione per dimensione della realtà acquisita.

Nel 2018 Meware ha generato ricavi per 6,6 milioni (+12% a/a) con un Ebitda prima delle sinergie pari a circa 0,72 milioni, mentre l’esercizio 2019 prevede un fatturato pari a circa 7,5 milioni con un Ebitda di poco inferiore a 1 milione.

Meware ha creato una piattaforma di Intelligenza Artificiale e nel corso degli ultimi anni ha sviluppato partnership strategiche nel segmento della Business Intelligence e nel Cloud (Google Cloud, AWS, SAS, TIBCO, Oracle, Red Hat, Entando). Il team conta 90 risorse con competenze su tre principali ambiti: integrazione e sviluppo software, moderni paradigmi della User Interface e Big Data & Analytics.

“L’attività di Meware costituirà una nuova linea di business e offrirà opportunità di upselling e cross-selling che concorreranno al raggiungimento dei risultati previsti dal Piano Industriale 2018- 2020”, ha commentato Simone Ranucci Brandimarte.

Il percorso di internazionalizzazione in rampa di lancio

Il terzo pilastro della crescita è rappresentato dallo sviluppo internazionale. “Vogliamo avviare, tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, un processo di internazionalizzazione che ci consenta di incrementare la presenza all’estero e diversificare il business al di fuori dell’Italia”, spiega il presidente.

Al momento, DigiTouch realizza la totalità dei propri ricavi in territorio nazionale. “La priorità è espanderci prevalentemente in Europa, nelle aree dove il mercato sta crescendo rapidamente e non è ancora maturo”, spiega Ranucci Brandimarte.

Il Gruppo predilige dunque aree ancora vergini, o quasi, dal punto di vista della trasformazione digitale per cavalcare l’onda dell’innovazione e conquistare velocemente quote di mercato, anche tramite acquisizioni.

Il Piano Industriale 2018-2020

Il piano industriale 2018-2020 pone il focus sulle tre Strategic Business Units del gruppo (Data Services, Advertising Services e Performance Marketing Services) e prevede per il 2019 un fatturato di circa 40 milioni, con un Ebitda di 6 milioni.

Nel 2020, invece, è atteso un giro d’affari di circa 52 milioni con un margine operativo lordo di circa 8 milioni. La crescente pressione competitiva in un settore altamente polverizzato impone un approccio prudente sulla marginalità (Ebitda margin), prevista sostanzialmente stabile tra il 15 e il 16 per cento.

Una crescita frutto dello sviluppo degli asset tecnologici, dell’ampliamento dell’offerta e di un costante incremento del valore medio del cliente, raggiunto attraverso politiche di up-selling rese possibili dalle acquisizioni finalizzate dal Gruppo negli ultimi anni.

Gli investimenti in tecnologia e prodotti si mantengono costanti nell’ordine di circa 1 milione all’anno per tutto l’arco di piano.

Ricavi in aumento del 12,9% nel 2018

Il 2018 è stato caratterizzato dalla crescita e dal consolidamento del portafoglio di realtà acquisite e dalla diversificazione dell’offerta, resa possibile con le recenti acquisizioni effettuate.

Nell’ultimo esercizio il gruppo ha riportato ricavi operativi per 29,9 milioni, in aumento del 12,9% rispetto al 2017 grazie al positivo contributo delle divisioni Advertising Services (+10% a/a) e Performance Marketing Services (+24,5% a/a).

Nel dettaglio, la divisione Advertising Services ha riportato un incremento da 19,4 a 21,3 milioni mentre la business line Performance Marketing Services è cresciuta da 6,6 a 8,2 milioni.

La divisione Data Services, in cui rientra Purple Ocean (acquisita a novembre 2018), ha fatturato nel 2018 circa 0,9 milioni di cui 0,4 milioni consolidati nel conto economico del Gruppo.

Il fatturato pro-forma della divisione Data Services per il 2019 si prevede intorno a 9 milioni, grazie al contributo della stessa Purple Ocean e della neoacquisita Meware. Sulla base di tali dati e dei tassi di crescita dei segmenti di riferimento, è ragionevole ipotizzare che nel 2020 il giro d’affari della business unit possa attestarsi intorno agli 11 milioni, con un peso di circa il 21% sul fatturato complessivo del Gruppo, pari a 52 milioni.

Marginalità superiore al 16% nel 2018

A livello di gestione operativa, l’Ebitda adjusted 2018, depurato di oneri non ricorrenti per 403 mila euro, si è attestato a 4,9 milioni (+11,9% a/a), con una marginalità stabile al 16,4 per cento. In miglioramento anche l’Ebitda reported a 4,5 milioni (+10,8% a/a), con il relativo margine in linea rispetto al precedente esercizio.

In deciso progresso l’Ebit pari a circa 1 milione (negativo per 1 milione nel 2017), per effetto dei minori oneri diversi di gestione, nonostante l’accantonamento prudenziale per perdite attese sui titoli per 400 mila euro.

La gestione finanziaria negativa per 330 mila euro (positiva per 1,5 milioni nel 2017) ha pesato tuttavia sul conto economico, chiuso con un utile netto di 268 mila euro (416mila euro nel 2017). Ricordiamo che nel 2017 la società aveva conseguito una plusvalenza per 1,8 milioni grazie alla cessione del 68% della controllata Audiens.

Dal lato patrimoniale, al 31 dicembre 2018 la posizione finanziaria netta risultava negativa per 1,5 milioni circa (liquidità per 2,1 milioni a fine 2017).

Il 26 giugno verrà distribuito ai soci un dividendo di 0,02 euro per azione, più contenuto rispetto all’anno precedente (0,04 euro) ma funzionale a garantire un rendimento agli azionisti pur sostenendo la crescita attraverso acquisizioni e investimenti in tecnologia.

Il mercato della Digital Transformation in Italia

“Il nostro mercato di riferimento è in continua crescita, non si riscontrano segnali di indebolimento o rallentamento. Pertanto, possiamo continuare ad aspettarci tassi di sviluppo attorno al 10% annuo sia sul marketing digitale sia sulle tecnologie innovative”, afferma Ranucci Brandimarte.

Dinamica figlia del processo di trasformazione digitale in atto nel Paese, che dovrà necessariamente proseguire nei prossimi anni. “L’importante crescita attesa si ricollega alla digitalizzazione del sistema, che durerà almeno per altri dieci anni. Con gli strumenti a nostra disposizione possiamo espandere il business ancora più velocemente del mercato e raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati”.

In Italia, nel 2018, gli investimenti in Digital Transformation di aziende medie e grandi hanno superato i 7,5 miliardi, cifra destinata a salire a 10 miliardi nel 2020 (Fonte Assintel). Nel 2019 il 71% delle aziende italiane investirà in Digital Transformation, tale percentuale era il 52% nel 2015.

Un mercato in forte espansione a livello globale

Secondo le previsioni di International Data Corporation (IDC), prima società mondiale specializzata in ricerche di mercato, servizi di consulenza e organizzazione di eventi nei settori ICT e dell’innovazione digitale, entro il 2020 almeno il 55% delle organizzazioni sarà digitalizzato.

L’80% delle principali 2000 aziende mondiali userà funzioni di gestione e monetizzazione dei dati, il 30% di esse avrà implementato gemelli digitali dei propri processi operativi e il 30% allocherà circa il 10% dei ricavi per la progettazione di strategie digitali. Il 35% dei lavoratori utilizzerà Bot o altre forme di intelligenza artificiale.

Alcune importanti società di ricerca, come MarketsandMarkets e Market Research Engine, stimano nei prossimi 4-5 anni tassi di crescita intorno al 18% per il mercato della Digital Transformation, il cui giro d’affari dovrebbe pressoché raddoppiare nell’arco di un quinquennio, superando secondo alcune proiezioni i 600 miliardi di dollari già nel 2023.

Ampi margini di apprezzamento per il titolo in Borsa

La capacità di execution e le solide prospettive di crescita di DigiTouch e del settore di riferimento non si sono ancora tradotte in performance di borsa soddisfacenti, anche a causa dei problemi strutturali che contraddistinguono il mercato Aim.

Da inizio anno il titolo DigiTouch mostra una flessione del 3%, a fronte del +5% messo a segno dall’indice Ftse Aim Italia. Nell’ultimo anno le quotazioni del gruppo hanno continuato ad oscillare fra 1,2 e 1,5 euro, a fronte di una valutazione di 2,3 euro in fase di collocamento, nel marzo 2015.

Lo sblocco della normativa sui Pir potrebbe favorire l’ingresso di nuovi investitori nell’azionariato, che già ad oggi presenta comunque una delle componenti retail più rilevanti fra i titoli di dimensioni simili.

Il mercato detiene circa il 40% del capitale sociale, suddiviso tra investitori istituzionali (26%) e operatori retail (14%). “Riteniamo che questa composizione sia mediamente bilanciata e in linea con una struttura ideale per la nostra capitalizzazione di mercato”, rimarca il presidente.

Gli analisti di Banca Akros hanno assegnato al titolo il giudizio “Buy” con target price 2,17 euro mentre Envent ha espresso il rating “Outperform” con prezzo obiettivo 2,46 euro.

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