Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dell’1,5% e in linea all’omologo europeo (-1,1%), frenando anche il Ftse Mib (-0,7%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, alimentate dall’aumento dell’incertezza sul fatto che Stati Uniti e Cina possano arrivare ad un accordo commerciale, dopo il nuovo scontro a colpi di dazi reciproci, con le incertezze che prevalgono sulla prosecuzione dei negoziati.
Sul fronte domestico, l’attenzione resta sull’inizio della discussione tra Commissione Europea e Governo italiano per evitare l’avvio della procedura di infrazione contro Roma per eccesso di debito. I tecnici del Tesoro degli Stati dell’UE ritengono giustificata tale procedura.
“Non possiamo assolutamente andare in procedura d’infrazione. Dobbiamo assolutamente trovare un compromesso in un dialogo costruttivo per una soluzione nell’interesse dell’Italia ma anche dell’Europa. La situazione non è facile ma non è disperata, i fondamentali sono buoni”, ha affermato alla stampa il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
“Non ho problemi nella discussione con la Commissione Europea sul 2019 perché il deficit sarà inferiore al 2,4% del Pil stimato nel Def, ci sono entrate aggiuntive e risparmi dal reddito e quota 100 che ci porteranno al 2,2%-2,1 per cento. Si tratta di vedere come anticipare questo, ma nessuna manovra correttiva effettiva”, ha aggiunto l’inquilino del Tesoro.
“Credo che sia maggiormente preferibile andare più veloci. Restiamo impegnati a un’applicazione intelligente e flessibile delle regole di bilancio, ma nessuno deve dubitare del fatto che applicheremo queste regole, se i criteri non sono soddisfatti”, ha dichiarato il Commissario Europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici.
“Ora chiaramente la palla è nel campo italiano, abbiamo bisogno di vedere un percorso credibile per il 2019 e il 2020. Restiamo pronti a prendere in considerazione eventuali nuovi elementi che l’Italia potrà presentare, ma non perdiamo tempo”, ha aggiunto l’esponente europeo.
In questo contesto, anche per effetto dello spread Btp-Bund risalito sopra i 260 pb, quasi vicino ai 270 punti base (fonte Mts Markets), sul comparto bancario sono tornate le vendite.
Seduta negativa per i titoli del Ftse Mib, tra i quali contengono il calo sotto il 2% Bper (-1,1%), che prosegue nella semplificazione societaria, e Intesa Sanpaolo (-1%), che a breve prenderà una decisione sulla gestione degli Utp.
Sul Mid Cap frenano Credem (-1,8%) e Mps (-2,1%), con quest’ultima concentrata sul de-risking, anche su input della Commissione UE secondo i rumor di stampa. Si interrompe il rimbalzo di Creval (-4,9%), il cui management il prossimo 18 giugno presenterà il nuovo piano industriale.
Lettera su Popolare Sondrio (-3,6%), che secondo indiscrezioni di stampa starebbe valutando alcune opzioni per ridurre i crediti problematici.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, su cui proseguono i rumor sul possibile destino dell’istituto, con il Governo che ha esteso il termine della garanzia pubblica riferita ai bond emessi dalla banca.
Ritraccia Banca Finnat (-2,6%), che ha comunque acquisito una forte leadership nell’assistenza agli emittenti quotati all’Aim.