Mercati Usa – Male il Nasdaq in avvio, dati macro raffreddano ipotesi taglio tassi Fed

Partenza debole a Wall Street, mentre risalgono i rendimenti dei Treasuries invertendo la rotta rispetto alla mattinata dopo la pubblicazione dei dati sulle vendite al dettaglio.

Dopo pochi minuti di scambi, lo S&P 500 avanza dello 0,1% mentre il Dow Jones cede lo 0,3% e il Nasdaq lo 0,6%, con il listino tecnologico appesantito in particolare da Broadcom.

Il titolo crolla del 7,6% in avvio, dopo che la società ha tagliato le stime per il 2019 in scia alle persistenti tensioni commerciali fra Cina e Usa, che potrebbero limitare la ripresa della domanda attesa per la seconda metà dell’anno.

Nel comparto obbligazionario, il rendimento del T-bond avanza di circa un punto base al 2,1% e quello del biennale di circa 3 punti base all’1,87%, dopo la discesa della mattinata in scia alle crescenti scommesse su un taglio dai tassi di interesse da parte della Federal Reserve.

A maggio, le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno evidenziato una solida crescita mentre le rilevazioni dei due mesi precedenti sono state riviste al rialzo, suggerendo che la spesa dei consumatori è abbastanza in salute da limitare la necessità di una riduzione del costo del denaro nel breve termine.

Sempre lo scorso mese, inoltre, la produzione industriale Usa è aumentata dello 0,4%, su base mensile, rispetto al +0,2% atteso dal consensus e al -0,4% di aprile (dato rivisto da -0,5%).

Intanto il biglietto verde recupera leggermente terreno nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro che viaggia sui minimi di giornata a 1,124 e il dollaro/yen che si mantiene in area 108,4.

Tra le materie prime l’oro scende in area 1.346 dollari l’oncia dopo aver sfiorato in mattinata la soglia di 1.360 dollari, picco che non si vedeva da aprile 2018.

In rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+0,7%) a 61,8 dollari e il Wti (+0,3%) a 52,4 dollari, dopo il balzo di ieri seguito alla notizia dell’attacco a due petroliere nel golfo dell’Oman e nonostante l’Agenzia internazionale per l’energia abbia tagliato le stime di crescita della domanda per il 2019.