Banche (+2,8%) – In spolvero Banco Bpm (+3,5%) e UniCredit (+3,8%)

Il Ftse Italia Banche chiude con un rialzo del 2,8% e sovra-performando di 1,2 punti percentuali l’omologo europeo (+1,6%), sostenendo anche il Ftse Mib (+2,5%).

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, alimentate dall’aumento dell’incertezza sul fatto che Stati Uniti e Cina possano arrivare ad un accordo commerciale, dopo il nuovo scontro a colpi di dazi reciproci, con le incertezze che prevalgono sulla prosecuzione dei negoziati. Novità sono attese al G-20 di fine mese.

Sul fronte domestico, l’attenzione resta sull’inizio della discussione tra Commissione Europea e Governo italiano per evitare l’avvio della procedura di infrazione contro Roma per eccesso di debito.

“La situazione economica non è molto buona, ma il debito pubblico italiano è sostenibile. l’Italia eviterà la procedura europea per violazione del patto di stabilità perché con il deficit/Pil quest’anno al 2,1-2,2% sarà compensato il mancato rispetto dell’obiettivo 2018″, ha dichiarato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.

“Sono fiducioso che raggiungeremo il risultato nel dialogo in corso con la Commissione Europea, riusciremo a raggiungere un accordo”, ha aggiunto l’inquilino del Tesoro.

Nel frattempo il presidente della Bce, Mario Draghi, ha affermato che la banca centrale dispone di ampie munizioni per fare fronte al rallentamento dell’economia, incluse la riapertura del Qe e un taglio dei tassi.

In questo contesto, anche grazie allo spread Btp-Bund sceso in area 245 pb (fonte Mts Markets), il comparto bancario ha archiviato un’ottima seduta.

Acquisti su tutti i titoli del Ftse Mib, tra i quali Banco Bpm (+3,5%), che ha collocato con successo un bond senior da 500 milioni, così come UniCredit (+3,8%). Bene Bper (+2,3%), con Unipol salita al 18,5% del capitale, Ubi (+1,8%), che secondo rumor starebbe facendo riflessioni sulla bancassurance, e Intesa Sanpaolo (+2,3%), che a breve prenderà una decisione sulla gestione degli Utp.

Sul Mid Cap ok Credem (+0,4%) e Popolare Sondrio (+1,2%), con quest’ultima che secondo indiscrezioni di stampa starebbe valutando alcune opzioni per ridurre i crediti problematici.

In luce Creval (+2,6%), il cui management ha presentato ieri il nuovo piano industriale al 2023, focalizzato sul rilancio commerciale, sull’ulteriore riduzione degli Npe e basato sulla crescita organica al momento. La banca ha varato anche un nuovo assetto organizzativo.

Tonica Mps (+1,4%), concentrata sul de-risking, anche su input della Commissione UE secondo i rumor di stampa, nonché sul piano di funding, mentre nel frattempo è stata completata la cessione della controllata belga.

Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, su cui proseguono i rumor sul possibile destino dell’istituto, con i commissari che hanno ribadito di stare proseguendo i lavori per la ricerca di un partner, nonostante i dubbi della Malacalza Investimenti.

Risale Banca Finnat (+1,4%), che ha acquisito una forte leadership nell’assistenza agli emittenti quotati all’Aim.