Ubi starebbe valutando di intervenire in modo più incisivo per ridurre lo stock di crediti deteriorati.
Una strategia che è stata confermata anche nel bilancio del primo trimestre della banca in cui si legge che “l’aggiornamento annuale del piano strategico sugli Npl è stato presentato all’Autorità di Vigilanza nel mese di marzo 2019”.
Il nuovo piano conferma la priorità di privilegiare soluzioni di gestione interna del recupero crediti, a fronte della proficua performance conseguita, ma prevede anche la cessione di posizioni deteriorate con l’obiettivo di conseguire un’ulteriore importante accelerazione rispetto agli obiettivi contenuti nel piano industriale 2017-2020 in termini di riduzione dello stock.
Le indiscrezioni riportate dalla stampa indicano che la Bce avrebbe chiesto all’istituto lombardo di essere più aggressivo su questo fronte.
Sempre secondo le stesse fonti, la banca guidata da Victor Massiah starebbe valutando di ridurre i crediti problematici di 2,9 miliardi, per arrivare al 2021 a 7 miliardi di Npe dai 9,9 miliardi al 31 dicembre 2018 (al 31 marzo erano scesi a 9,5 miliardi), con l’incidenza sul totale dei crediti che si ridurrebbe dal 10,4% al 7,6 per cento.
Nella tabella sottostante viene riportata una tabella riassuntiva dei crediti deteriorati detenuti da Ubi al 31 marzo 2019.