Lo scorso 18 giugno si è riunita l’assemblea degli azionisti di Unieuro, chiamata a deliberare in merito al bilancio d’esercizio al 28 febbraio 2019, al dividendo, alla relazione sulla remunerazione nonché a rinnovare il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale.
Un appuntamento che ha visto una grande partecipazione da parte degli azionisti, con il 60% del capitale presente e con ben 97 investitori istituzionali, sia italiani sia esteri, che hanno depositato azioni e che hanno votato per delega“, esordisce così Andrea Moretti, Investor Relations Director di Unieuro, in un’intervista rilasciata a Market Insight.
Degno di nota, prosegue Moretti, “il fatto che il nostro primo azionista istituzionale, Amundi, è ulteriormente salito nel nostro capitale raggiungendo quota 5,5% rispetto alla partecipazione poco superiore al 5% emersa dalla dichiarazione obbligatoria rilasciata a Consob nell’ottobre dello scorso anno”, sottolineando che “ciò rappresenta un chiaro segnale di fiducia nei nostri confronti da parte del più grande asset manager europeo”.
Altrettanto positiva, afferma l‘IR Director, “l’ampia partecipazione da parte di fondi italiani e internazionali tra cui moltissimi fondi pensioni americani, probabilmente attratti non solo dall’elevato rendimento del titolo Unieuro che, da inizio anno si avvicina al +50 per cento, ma anche e soprattutto dal dividendo, in crescita del 7% rispetto ai due esercizi precedenti, e con un rendimento cedolare molto elevato e superiore al 7%”.
Pertanto, continua Moretti, “siamo lieti che, oltre agli azionisti storici di Unieuro, anche i nuovi investitori abbiano deciso di prendere parte alla governance della società, esprimendo il proprio voto sui sopracitati 5 punti all’ordine del giorno, di cui i primi due approvati a larghissima maggioranza e il terzo a maggioranza”.
E non è tutto in quanto, riporta l’IR Director, “il tema particolare di questa assemblea è che per la prima volta dalla quotazione, Unieuro rinnova gli organi sociali ed è quindi la prima volta che il Cda e il collegio sindacale vengono nominati da un’assemblea alla quale partecipano anche gli investitori istituzionali”.
Quindi, a parte la maggioranza del Cda e tre membri sui cinque del collegio sindacale, spiega Moretti,“che sono stati eletti all’apice della lista di maggioranza presentata da Rhone Capital, fondo nostro azionista, la lista che ha prevalso al secondo posto è stata proprio quella presentata da alcuni membri di Assogestioni”.
“Lista votata da una buona percentuale (27% dei votanti in relazione alla nomina del Cda e 30% per la nomina del collegio sindacale) che ha nominato un consigliere di amministrazione, il presidente del collegio sindacale e un sindaco supplente”.
“Da segnalare inoltre il tema delle quote rosa, in quanto sia il Cda che il collegio sindacale avevano in precedenza una percentuale di composizione interamente maschile, mentre attualmente tre consiglieri su nove sono donne, con un background professionale di elevato standing maturato negli ambiti legale e finanziario”.
Gli investitori istituzionali e quindi il mercato, conclude Moretti,“hanno fatto sentire la loro voce, con un peso significativo nella nostra governance. Un segnale da leggere in chiave positiva, in termini soprattutto di pluralità e di trasparenza”.